Una pioggia battente non ha fermato decine di migliaia di persone, riunite sotto le diverse bandiere di tutti i principali sindacati e di molti partiti politici, in primo luogo i Labour di Jeremy Corbyn, dal prendere parte alla manifestazione indetta ieri a Londra
LONDRA. Una sfilata di 60mila persone per difendere l’NHS dai continui tagli imposti dal governo Tory di Theresa May e per chiedere lo sblocco del pay cap, il tetto dell’1% all’aumento annuale degli stipendi dei dipendenti pubblici (tra cui gli infermieri), in vigore dal 2010.
La protesta ha visto sfilare per le strade della capitale inglese professionisti della sanità (tra cui anche alcuni medici), pazienti e semplici cittadini, in una coloratissima processione che si è poi radunata di fronte a Downing Street, residenza del Primo Ministro.
Nonostante la partecipazione di una folla oceanica, comprensiva di personalità politiche e del mondo dello spettacolo inglese, in queste ore stanno fioccando sui social media le critiche rivolte alla BBC, responsabile di aver dato all’evento una copertura mediatica ridotta all’essenziale.
Il Department of Health and Social Care (il Ministero della Salute britannico), tramite portavoce, ha replicato ai manifestanti, dichiarando di essere consapevole delle pressioni che l’NHS sta affrontando in questo periodo e di aver già erogato, a tale scopo, finanziamenti aggiuntivi.
Qualora il pay cap non dovesse essere sbloccato, tuttavia, la prossima reazione dei sindacati rappresentativi della categoria infermieristica consisterà verosimilmente nella proclamazione dello sciopero generale.
Anche in Italia gli infermieri scenderanno in piazza il 23 febbraio (VEDI), NurseTimes sarà presente in piazza al fianco degli infermieri.
Luigi D’Onofrio
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