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Lombardia, protesi dentali vendute a prezzi maggiorati: due medici ai domiciliari e tre indagati per corruzione

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Lombardia, protesi dentali vendute a prezzi maggiorati: due medici ai domiciliari e tre indagati per corruzione
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Arrestata anche l’imprenditrice a capo dell’azienda milanese Wisil Latoor Srl.

Al termine della prima tranche di indagini che ha colpito il mondo dell’odontoiatria lombarda, condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, due medici sono finiti agli arresti domiciliari, mentre altri tre risultano iscritti nel registro degli indagati, tutti con l’accusa di corruzione per aver venduto protesi dentali a prezzi maggiorati.

I medici arrestati sono Gianfranco Collega, dentista dipendente all’ospedale Delmati di Sant’Angelo Lodigiano, e Giorgio Coccolo, odontoiatra dipendente dell’Asst Milano Nord. Gli indagati sono invece gli odontoiatri Pietro Paolo Poidomani, Umberto Lorè, entrambi dell’Asst Milano Nord, e Francesco De Micco (Asst Melegnano e Martesana). Ai domiciliari anche Roberta Rosaria Micciché, imprenditrice a capo dell’azienda milanese Wisil Latoor Srl, che realizza protesi dentali.

In particolare, Colella è accusato di aver applicato “all’utenza prezzi superiori rispetto a quelli previsti dal contratto di fornitura stipulato tra Wisil e le Asst”. Ciò avrebbe portato a incrementare i guadagni della società, a scapito dei pazienti truffati. Il giro d’affari si aggirerebbe tra il 5 e il 10% del valore delle protesi prescritte. Dentisti e odontoiatri compiacenti avrebbero ricevuto il loro compenso in contanti oppure con sconti sull’acquisto di protesi per i laboratori privati. I militari hanno stimato che “l’imperatore”, come è chiamato Colella nelle intercettazioni, avrebbe intascato circa 97mila euro a partire dal 2013.

E uno schema simile, secondo gli inquirenti, si sarebbe ripetuto negli altri casi sotto esame. La “promotrice e organizzatrice del programma criminoso” sarebbe stata proprio la proprietaria dell’azienda di protesi, che si sarebbe occupata in prima persona dei compensi per i medici. Un sistema che andrebbe avanti addirittura negli anni Novanta, quando alla guida della Wisil c’era Fulvio Tonesi, marito di Micciché, oggi scomparso. La società, per la quale nel mese di giugno è iniziato il commissariamento di un anno deciso dal giudice, risulta inoltre indagata ai sensi della Legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Redazione Nurse Times

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