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L’impegno di Giovanni Caminiti per l’infermieristica di Messina

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Finalmente arrivano i master per diventare infermieri specialisti 2
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Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del responsabile dell’area Infermieristica della Uil FPL Messina, dott. Giovanni Caminiti


Confrontandomi sulle problematiche inerenti alla figura infermieristica e non solo, con tanti colleghi, soprattutto con la collega e amica dott.ssa Inf. Anna Di Martino, alla quale va il mio massimo rispetto, abbiamo, con loro, trovato diversi punti in comune. Quasi tutti, riconducibili alla nostra Categoria.

Una Categoria poco unita, poco cosciente di se, per alcuni versi ancora non pronta alle sfide, quelle sfide determinanti al vero cambiamento.

Da Sindacalista e professionista Infermiere mi sono chiesto, una volta eletto, cosa avrei potuto fare e costruire per la mia figura professionale?

Si è detto e si dice ogni cosa sulla questione infermieristica, tanto da non aver più argomentazioni su cui impiantare una strategia efficace.

Sono partito da un’indagine esplorativa svolta da alcuni colleghi ricercatori, i quali hanno studiato la problematica per la quale la nostra figura stenta nello sviluppo delle competenze infermieristiche. Da questi risultati si evince quali siano gli elementi che gli infermieri considerano ostacolanti per lo sviluppo delle competenze.

Questi elementi sono:

  • l’attuale Iter normativo (dispersivo e farraginoso),
  • la mancanza di incentivi economici e un adeguato livello salariale,
  • il sovraccarico di lavoro,
  • la mancata formazione specifica,
  • il divario tra teoria e prassi clinica.

Siamo oramai ad un bivio, ritengo che anche la Ministra Grillo si sia resa conto che non è più tollerabile questa situazione. E’ arrivato il tempo, secondo il mio punto di vista, di metter mano, seriamente, ad ogni punto di cui sopra, con la dovuta oculatezza e mirando al fine di ogni obiettivo.

Altrimenti tra qualche decennio dovremo curarci non nel privato, non al nord, ma in un altro Stato. Assisteremo costantemente alla fuga degli infermieri verso altri paesi e all’abbandono degli Studenti e degli infermieri già inseriti nel mondo del lavoro.

L’infermiere è “arrivato”, e non mi riferisco al suo grado di competenze ma al suo  grado di sopportazione. Se si facesse una domanda a quel 46% dei colleghi che abbandonano la professione prima della pensione, chiedendo loro “ma perche?”, la risposta sarebbe lapidaria: “non è esattamente il mondo che avevo immaginato!”.

Vogliamo tutto ciò?

Vogliamo veramente diminuire la qualità dell’assistenza erogata?

Vogliamo ridurre le migliore risorse professionali, competenze riconosciute in tutta Europa?

Vogliamo sinceramente far un balzo di 40 anni indietro?

Siamo disposti a ricominciare da capo, tornando al vecchio mansionario e all’assistenza tecnico alberghiera, cancellando anni di cambiamenti normativi?

In qualità di Responsabile Sindacale e coordinatore di un area come quella Infermieristica mi sento in dovere ed ho il preciso compito, di dare un contributo fattivo e serio.

Allora ho pensato di concentrare la mia attività su tre elementi di impegno Sindacale.  Elementi che evidentemente sono in linea con le questioni nazionali.

Primo elemento

In questa fase sto cercando di trovare, insieme al mio gruppo di lavoro, strategie opportune per affrontare questioni come per esempio, costruire un nuovo contratto collettivo di II  livello, in special modo in riferimento agli incarichi professionali,  relativo appunto agli articoli 14 – 21 capo II del contratto collettivo nazionale del lavoro 2016-2018.

La bozza è pronta per essere presentata alle Aziende Sanitarie di competenza. Essa prevede in linea di massima una classificazione e valorizzazione delle risorse Infermieristiche su due livelli:

  • I° blocco – sopra dimensionale – Riferito agli  incarichi organizzativi  complessi e di coordinamento meno complesso;
  • II° blocco –  sotto dimensionale – Riferito agli incarichi di professionista esperto e di professionista specialista

Ad ognuno di essi abbiamo abbinato il rispettivo valore economico e lo abbiamo fatto  su un piano classificatorio e meritevole cioè per:

  • area emergenza urgenza, sale operatorie, rianimazione etc.
  • area geriatrica lungodegenza, medica
  • area pediatrica, ostetrica
  • area salute mentale
  • area sanità pubblica

Ancora, stiamo cercando di trovare incentivi economici per rafforzare alcuni istituti contrattuali, cercheremo inoltre finanziamenti Regionali, interfacciandoci con la nostra Segreteria Regionale in modo da interagire con l’Assessorato Regionale Siciliano di  riferimento.

Siamo riusciti a trovare opportunità, per eliminare o ridurre il sintomo da sovraccarico di lavoro. Mi riferisco per  esempio all’aumento del numero degli OSS sulle dotazioni organiche delle nostre Aziende Sanitarie e contestualmente alla attivazione del decreto legislativo 75/2017, che ricordo è stato ratificato con l’accordo quadro del 30/06/2016 alla presenza delle solo sigle sindacali CGIL CISL UIL.

Abbiamo attenzionato alle Aziende Provinciali la problematica del fallace accesso alla formazione continua, sancito peraltro dalle normative e dal nostro contratto collettivo.

 Secondo elemento

Lotta al demansionamento, e alla dequalificazione della figura Infermieristica.

Terzo elemento

Valorizzazione della figura infermieristica e difesa dei sui diritti.

Siamo partiti dai principi normativi che riguardano l’evoluzione della nostra categoria come sappiamo, dalla 42/99, 291/00, 43/06, 03/18, per far passare un messaggio forte che la nostra azienda è in ritardo nel riconoscimento della autonomia infermieristica in tutte le sue vesti, soprattutto per quanto riguarda l’istituzione e la gestione degli ambulatori con a capo i dirigenti infermieri.

Riconoscimento e attuazione della legge regionale 5/2009 che prevede proprio l’istituzione degli ambulatori e la dotazione dell’organico nei PTA, ancora oggi non attuati.

Sappiamo benissimo che queste strutture possono essere veramente una valvola di sfogo per gli ospedali che oggi soffrono per il continuo e numeroso afflusso di pazienti,    la maggior parte dei quali potrebbero esser trattati sul territorio.

E ancora siamo convinti che l’attività intra ed extra-moenia debba esser allargata anche alla classe infermieristica. Tale attività può offrire una migliore assistenza e può contrastare contestualmente il mercato nero e l’abuso della professione.

La situazione Infermieristica nella Provincia di Messina.

Siamo oggi all’interno di tanti sistemi che ci vedono impegnati in prima linea, sul campo della qualità, della clinica, della formazione e ricerca. Ma tutto ciò deve essere riconosciuto e valorizzato anche attraverso una componente economica equa. Il nostro impegno deve essere costante e forte, il nostro Sindacato con a capo il nostro Segretario Pippo Calapai sarà in grado di carpire le esigenze della nuova classe infermieristica messinese, perché siamo coscienti che diversamente il risultato sarà il depauperamento di questa professione.

Non ce lo possiamo permettere, dobbiamo ascoltare le esigenze dei nostri colleghi e tendere una mano affinché le competenze, riconosciute le migliori in Europa,  rimangano accanto ai propri cari, alle proprie famiglie, dando il loro prezioso contributo professionale al proprio territorio.

 

Dott. Giovanni Caminiti

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