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Libera professione medici, il governatore toscano Rossi spiega la nuova riforma

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Libera professione medici, il governatore toscano Rossi spiega la nuova riforma
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Sull’intramoenia: “Ci limiteremo ad acquistare la metà delle ore per smaltire le liste d’attesa”. E sull’extramoenia: “Vogliamo accordarci coi medici perché rinuncino all’attività privata fuori dall’ospedale”.

In Toscana è pronta una nuova riforma sulla libera professione medici. “Ma non vogliamo stravolgere le norme nazionali, che rispettiamo. Si tratta di gestirla al meglio per il bene di medici e pazienti”, spiega il presidente della Regione, Enrico Rossi, che esclude “una guerra alla libera professione”. E aggiunge: “Ritengo un errore la possibilità per i medici del Servizio sanitario nazionale di fare il doppio lavoro nel pubblico e nel privato, ma in Toscana non abbiamo nessuna intenzione di andare contro le norme nazionali. Le rispettiamo. Vogliamo solo razionalizzare l’attività libero professionale, in modo da renderla coerente con la mission della sanità pubblica”.

Sull’intramoenia Rossi è categorico: “Mi piace così tanto che sto pensando a una legge per ridurla della metà. Al di là delle convinzioni personali, comunque, io ho il compito di amministrare una Regione e di garantire ai cittadini l’accesso alle prestazioni. Questa legge nasce per questo, e non vuole in alcun modo penalizzare i medici, che saranno pagati per offrire il loro tempo all’attività istituzionale. Questa legge è l’evoluzione di quanto abbiamo avviato a maggio e giugno con la chirurgia e le prestazioni ambulatoriali. Vogliamo potenziare l’attività dentro al sistema pubblico”.

Prosegue il governatore toscano: “La normativa prevede che il medico dipendente del Servizio sanitario in rapporto di esclusività possa dedicare 10 ore settimanali alla libera professione oltre l’orario di lavoro istituzionale. La Regione Toscana intende acquistare almeno metà di questo tempo, cioè 5 ore, per utilizzarlo come attività aggiuntiva del medico ed evitare che i cittadini debbano sborsare cifre consistenti per una prestazione privata. Ciò permetterà di ridurre le liste d’attesa e di ottenere un consistente numero di prestazioni a servizio di tutti. Si tenga conto che in Toscana i cittadini spendono ogni anno circa 100 milioni di euro in visite specialistiche private, che rappresentano il 10-12% dell’attività complessiva. Vogliamo fare in modo che questa cifra si riduca, al pari delle liste d’attesa”.

Sulle modalità retributive: “Saranno decise attraverso un accordo che dovremmo raggiungere con i sindacati di categoria, immagino per prestazione oraria. I medici, in ogni caso, non ci rimetteranno nulla. Ovviamente monitoreremo bene l’attività per evitare che si verifichi un travaso dell’attività ordinaria sull’attività aggiuntiva”.

Poi c’è l’obiettivo di arrivare a un accordo per l’extramoenia: “È un elemento di distorsione all’interno del sistema. Non si possono servire due padroni, per usare un modo di dire. Per questo in Toscana abbiamo già da tempo introdotto il divieto di nominare direttore di unità operativa e di dipartimento qualcuno che abbia scelto il rapporto di non esclusività con il Ssr. Ora vogliamo fare un ulteriore passo avanti e cercare di eliminare l’extramoenia attraverso un accordo che incentivi i medici ad avere un rapporto di esclusività con il Ssn. Ovviamente dando un congruo lasso di tempo per la scelta a coloro che attualmente la praticano e che hanno investito in immobili e strumentazioni”.

Conclude Rossi: “Sappiamo bene che non si può chiudere un’attività dall’oggi al domani e non è nostra intenzione mettere fretta e penalizzare nessuno, ma intendiamo arrivare ad avere tutti i contratti con i medici in regime di esclusività. Intendiamo festeggiare i 40 anni del Servizio sanitario nazionale rafforzando il sentimento di appartenenza dei medici al sistema. Un sistema in cui vincono tutti, Regione, cittadini e medici”.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.quotidianosanita.it

 

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