Al via nel 2020, anche al Montecatone Rehabilitation Institute, uno studio multicentrico finalizzato a migliorare le abilità motorie dei pazienti.
Grazie a un esoscheletro antropomorfo, dispositivo dall’elevato contenuto tecnologico utilizzato prevalentemente per permettere di camminare alle persone con lesioni midollari, lo spettro della riabilitazione classica potrebbe ampliarsi significativamente. L’obiettivo è quello di migliorare le abilità motorie, garantendo una qualità di vita sempre più elevata.
LO STUDIO – Questa possibilità deriva da uno studio multicentrico, promosso e coordinato dall’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, che avrà nel Montecatone Rehabilitation Institute il centro di sperimentazione quantitativaprincipale, fattispecie che parimenti sottintende a un know-how particolarmente elevato. Il perché di questa indagine è presto detto. Finora gli studi hanno appurato la sicurezza dell’EA, altri sono in corso per la valutazione delle performance funzionali nell’ottica di migliorare il cammino e le performance motorie in generale.
Allo stesso modo, poco è noto circa le modulazioni, in termini di plasticità corticale che tali apparecchi possano indurre, in termini di variazioni anatomo-funzionali, a livello del sistema nervoso centrale. Lo studio comparerà dunque la tecnica riabilitativa classica del cammino – da sola o unitamente all’uso di un esoscheletro di nuova generazione – e i risultati contribuiranno a individuare protocolli riabilitativi ottimizzati per il miglioramento della performance dei pazienti, favorendone una migliore autonomia nelle attività quotidiane.
L’ESOSCHELETRO – Il dispositivo nelle disponibilità del MRI e degli altri centri coinvolti nello studio – il San Camillo di Venezia e il Santa Lucia di Roma – consente alle persone neurolese, sotto indicazione medica e supervisione del fisioterapista esperto, di mantenere la stazione eretta e di muoversi correttamente sul suolo, gestendo da sole il proprio peso corporeo, appoggiandosi con le braccia a un sostegno mobile.
L’esoscheletro permette l’effettuazione di movimenti degli arti inferiori tramite motori a batteria ricaricabile, in sostituzione delle funzioni neuromuscolari, e la camminata è ottenuta attraverso sensori che rilevano il peso spostato e innescano i singoli passi. Il sistema è controllato da una centralina computerizzata alloggiata, assieme alle batterie, nello zaino rigido indossato sul dorso del paziente.
La programmazione e il monitoraggio dei parametri avvengono attraverso il display del controller portatile, collegato via cavo all’esoscheletro. Il dispositivo consente al paziente di deambulare in sicurezza già nel corso delle prime sessioni, attraverso un sistema di programmazione graduale che facilita la progressione dell’apprendimento, ma il fisioterapista deve sempre assistere il paziente durante la seduta riabilitativa.
Per lo studio saranno arruolate una quarantina di persone. La fase strettamente operativa avrà una durata di 18 mesi. Il progetto, finanziato dal ministero della Salute nell’ambito del Bando Ricerca Finalizzata 2018, rientra in una collaborazione sempre più stretta tra l’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e il Montecatone Rehabilitation Institute, e riguarderà sempre più la condivisione di competenze e attività nell’ambito della neurologia, della neuroriabilitazione per le gravi cerebrolesioni e del neuroimaging.
Redazione Nurse Times
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