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Legislazione infermieristica: Legge 1° febbraio 2006, n. 43

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Istituito tavolo di confronto tra Regione, Atenei e OPI Puglia per migliorare l’offerta formativa dei corsi di laurea per la professione infermieristica
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Questa norma prende il nome di “Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie, della prevenzione e delega al Governo per l’istituzione dei relativi ordini professionali”.

È molto importante questa legge perché crea delle basi solide su cui improntare tutto quello che nei precedenti anni è successo. Fino a quel momento non era necessario appartenere ad un albo professionale per poter esercitare la professione infermieristica, ad oggi invece, proprio grazie alla legge 43 si parla di necessità di avere adesione o aggiornamento all’albo e iscrizione all’Ordine. Questo vale non solo per coloro che hanno conseguito il titolo dopo questa norma, ma per tutti, quindi anche coloro che hanno ottenuto il titolo precedentemente. La pratica della professione senza l’iscrizione all’albo comporta inoltre un reato di abuso di professione infermieristica. Questa norma ufficializza e delinea il percorso di studi per giungere al riconoscimento dello status di infermiere specialista.

Essendo stato istituito un obbligo, grazie alle precedenti norme, di formazione base, viene anche istituito l’obbligo di formazione continua, la stessa presente nella professione medica, tramite il metodo ECM.

Oltre a questa parte prettamente pragmatica, si parla anche di una suddivisione dei professionisti a seconda del titolo conseguito:

  • Professionista laureato: ormai tutti devono conseguire necessariamente una laurea triennale chiamato anche percorso base su cui costruire eventualmente (a scelta del professionista) un percorso post-base.
  • Professionista specialista (con master di I e II livello): questi ultimi sono in diversi ambiti. Quelli di primo livello sono: infermieristica pediatrica area critica, emergenza urgenza; geriatria; cure palliative; metodologie formative; counselling; terapia del dolore; infermieristica legale e forense; gestione del rischio clinico; infermieristica avanzata al paziente critico; management per le professioni sanitarie; infermiere di famiglia; strumentazione in sala operatoria; case management; ricerca infermieristica; ricerca clinica. Quelli di secondo livello invece, vengono conseguiti, a seconda del percorso scelto, sempre dopo aver conseguito la laurea magistrale.
  • Professionista coordinatore (con master in coordinamento o management e tre anni come dipendente).
  • Professionista dirigente (con laurea specialistica/magistrale e cinque anni come dipendente).

Ecco come questa legge, come anche le altre di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli, ha creato un grande divario da quello che era precedentemente. Non si può prescindere dal conoscere queste leggi, proprio perché sono state le basi per la crescita della nostra professione. Senza tutte queste riforme, molto probabilmente, saremmo ancora indietro negli anni, senza conoscere effettivamente il nostro posto nell’equipe assistenziale. Noi invece, ad oggi, proprio grazie a tutto questo possiamo dire ciò che siamo e il posto che occupiamo, senza essere dipendenti da nessuno.

Dott.ssa Taccogna Federica

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