Da querelante a imputato: un 68enne operato di ernia inguinale nel 2016 dovrà scontare due anni e mezzo di reclusione, oltre a risarcire il chirurgo.
E’ stato condannato per calunnia a due anni e mezzo di reclusione, il 68enne di San Cesario di Lecce che nel febbraio del 2017 sporse querela in Procura contro il professionista che il 9 giugno del 2016 lo aveva operato di ernia inguinale alla clinica Petrucciani di Lecce. Il paziente, poi finito sul banco degli imputati, riferì di aver prestato solo il consenso orale all’anestesia locale (non per iscritto), salvo essere sottoposto ad anestesia totale. Condanna per lui superiore alla richiesta della pubblica accusa, che era di due anni. Archiviata, invece, la posizione del chirurgo, che dovà anche essere risarcito.
Dalla consulenza medica disposta dal pm risultò che nella cartella anastesiologica si attestava: “L’emioplastica destra fu realizzata in anestesia locale, associata alla somministrazione di un sedativo e di un analgesico”. E ancora: “L’intervento fu eseguito in regime di day surgey: il paziente fu dimesso nella stessa giornata del ricovero. Il che sarebbe stato impossibile nel caso di un intervento in anestesia generale che, di noma, richiede l’osservazione del paziente per almeno 24 ore”. Sulla decisione ha inciso anche la perizia grafologica, secondo la quale le due sottoscrizioni contestate erano attribuibili al paziente.
Redazione Nurse Times
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