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Lazio&Liste d’attesa: 10 milioni per abbatterle, ai medici la “regia”

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Lazio, giro di vite sui precari. Zingaretti "un patto sociale che investe sul lavoro"
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Dieci milioni per finanziare le azioni previste. Il primo passaggio è eliminare le circa 70000 prestazioni prenotate e con appuntamenti fuori tempo massimo. Strutture operative H12 e festivi

Finalmente una buona notizia per i cittadini della regione Lazio: il governatore dopo i risultati ottenuti nel risanamento del bilancio della sanità, con la conseguente uscita dal piano di rientro, inizia a mettere mano all’annoso e mai risolto problema delle liste di attesa.

Le linee del piano sono state anticipate nel corso del congresso dei medici di medicina generale che si è svolto, come di consueto, a Ferentino in provincia di Frosinone.

Due le azioni principali che marceranno parallele: 10 i milioni messi a disposizione per finanziare le azioni previste.

Il primo passaggio è eliminare le circa 70000 prestazioni prenotate e con appuntamenti fuori tempo massimo. I cittadini prenotati saranno richiamati per effettuare l’esame ad un data ravvicinata.

Per fornire le risposte le strutture pubbliche saranno operative sulle 12 ore e, se necessario, anche nei week end. Per evitare che le liste di attesa si riformino appena concluso il progetto emergenziale e finiti i soldi, come accaduto nel 2015, parte il secondo pilastro del piano e che vede il medico di medicina generale assumere il ruolo di regista del sistema insieme ai medici specialisti.

D’ora in avanti inoltre si prevede che il cittadino esca dallo studio del suo medico curante con oltre la prescrizione della visita specialistica e/o dell’esame diagnostico anche con un appuntamento già fissato direttamente dal proprio medico di fiducia e questo grazie all’informatizzazione dell’impegnativa per le visite specialistiche.

Lo stesso accadrà da parte delle strutture ospedaliere, che dovranno procedere alla ripresa in carico del paziente con la prenotazione delle visite successive, se necessarie.

La richiesta delle prestazioni avverrà cercando le strutture più vicine all’abitazione del richiedente. Insieme a queste due azioni ne sono previste altre a sostegno come il potenziamento del sistema del DottorCup che permette al medici di medicina generale di prenotare e ottenere entro 72 ore una visita ritenuta urgente.

Elemento centrale del piano è la messa in trasparenza delle agende di prestazioni erogabili da parte delle strutture pubbliche che ora è ferma al 25% del totale, tante sono quelle fornite al Recup, e di quelle private che, come da accordi finora totalmente disattesi, dovranno mettere a disposizione il 30% delle prestazioni specialistiche.

Fin qui tutto molto bello, ma bisognerà vedere nel tempo con quali specialisti e con quali infermieri il governatore Zingaretti intenda tenere aperti gli ambulatori delle varie A.S.L. a pieno regime per 12 ore e nei week end.

Al momento il quadro appare alquanto desolante con stanze di visita ed esami sotto utilizzate per carenza appunto di specialisti e di infermieri.

Dovremmo quindi aspettarci nei prossimi mesi un’iniezione robusta di nuove assunzioni e/o attribuzione di maggiori ore agli specialisti altrimenti questo come ormai abitudine sarà un altro roboante annuncio cui non seguiranno azioni tangibili.

Restiamo naturalmente in attesa di vedere i risultati concreti e le azioni messe in essere dalla regione prima di esprimere un giudizio sulla vicenda ben auspicando che tutto ciò possa realizzarsi nell’interesse primario dei cittadini, che hanno subito i tagli indiscriminati ai servizi e alle strutture, organici falcidiati che hanno si permesso il rientro di bilancio, ma ad un prezzo forse troppo alto per cittadini ed operatori.

Sono convinto che gli infermieri della sanità laziale non mancheranno di dare il loro fattivo contributo, ma sono altrettanto convinto che senza assunzioni questo piano è già fallito in partenza.

Appoggiarsi in tutto e per tutto alla sanità privata non risolverà alcun problema se non sprecare infruttuosamente questi 10 milioni di euro, e a farne le spese saranno sempre i cittadini e gli operatori.

Così come sono più che convinto che tentare di risolvere i problemi della sanità laziale senza coinvolgere ed ascoltare gli infermieri, significa da un lato disconoscere la loro grande professionalità e la loro infinita disponibilità, dall’altro segnare ogni tipo di iniziativa con un sicuro fallimento!

Presidente Zingaretti, La invitiamo a fermarsi un attimo con gli annunci, e di ragionare seriamente su una riorganizzazione della sanità laziale organica, abbandonare gli spot, che sembrano più pubblicitari che sostanziali.

Gli infermieri sono disponibili a fornire un fattivo contributo, a progettare questa necessaria riorganizzazione del sistema sanità forti della loro lunga esperienza e delle loro grandi competenze, ricordando in primis, che l’unico vero risparmio nella sanità non può che essere rappresentato dalla qualità delle prestazioni erogate, passaggio obbligato, che coinvolge inevitabilmente le risorse umane, professionisti che con competenza e dedizione mandano avanti pur tra mille difficoltà questo incerto barcone rappresentato dalla sanità pubblica laziale.

Angelo De Angelis

 

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