C’è un piccolo “giallo” che accompagna il meritorio gesto del dottor Lavalle, vice presidente di Filippo Anelli (Ordine dei Medici della provincia di Bari), protagonista (con tanto di foto social) della somministrazione di una dose di vaccino antinfluenzale presso il Policlinico di Bari.
Gesto meritorio per l’intento nobile (quello di promuovere la vaccinazione, tout court in questo momento di emergenza sanitaria e di pandemia da coronavirus), ma che qualche dubbio solleva.
Uno degli interrogativi, rilanciati anche nei commenti al post del dottor Lavalle nel giorno della vaccinazione, prende spunto dal fatto che il vice presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Bari è un medico in pensione.
Era titolato il dottor Lavalle a ricevere il vaccino antinfluenzale di proprietà dell’AOU Policlinico di Bari che è riservato a esclusivo beneficio del personale dipendente?
E ancora, il dottor Tafuri, responsabile dell’ambulatorio può eseguire vaccinazioni a terzi non ricompresi nell’elenco del personale del Policlinico e all’interno dell’ambulatorio del Policlinico di Bari?
Quesiti ai quali potrebbe rispondere anche i presidente nazionale dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli che solo una settimana fa denunciava presunte irregolarità nell’applicazione del piano vaccinale anti covid 19.
Era stato Anelli ad evidenziare come almeno 400mila dosi di vaccino sarebbero state erogate senza titolo a cittadini che non rientrano nella cosiddetta “fase 1” del piano strategico vaccinale nazionale.
Piano strategico che identifica le categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali:
- Operatori sanitari e sociosanitari: Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati poiché hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuta a mantenere la resilienza del servizio sanitario. La priorità di vaccinazione di questa categoria è supportata anche dal principio di reciprocità, indicato dal framework di valori SAGE e rappresenta quindi una priorità assoluta.
- Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbilità, e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata che il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione.
- Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbilità aumenta con l’età. Pertanto, fintanto che un vaccino disponibile sia sicuro e efficace nelle persone di età avanzata, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per la vaccinazione. Le priorità potrebbero cambiare sostanzialmente se i primi vaccini disponibili non fossero considerati efficaci per gli anziani.
Sempre dal presidente Anelli è arrivata l’appello della necessità di vaccinare quanto prima tutti i medici.
“Consideriamo il vaccino il miglior dispositivo di sicurezza. Ogni medico iscritto all’Ordine professionale ha il diritto e il dovere di vaccinarsi per proteggere se stesso e i suoi assistiti. È inaccettabile vedere persone che non svolgono un’attività così rischiosa essere sottoposte al vaccino e osservare una larga parte della professione medica non ancora vaccinata” ha sottolineato Anelli.
Non possiamo che condividere pienamente le parole del dottor Anelli, che afferma altresì:
“I numeri ci consegnano una situazione imbarazzante: solamente 790.251 le dosi di vaccino somministrate agli operatori sanitari, su un totale di 1.312.275. Ben 397.583 sono state invece iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio, quelle degli ospiti delle Rsa e degli over 80”.
Parole che, però, sembrano stridere con quella uscita social del vice presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Bari, il dottor Lavalle.
Con quella vaccinazione antinfluenzale che qualche risposta la meriterebbe.
Redazione Nurse Times
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