Torna di attualità in Regione Veneto l’idea di convertire gli operatori sociosanitari in infermieri, o almeno di attribuire loro determinate attività sanitarie proprie del professionista intellettuale infermiere.
“Spero di incontrare a breve gli Ordini per capire con loro se hanno delle prospettive e delle iniziative che ci consentano di uscire da questo angolo. Una soluzione va trovata perché dobbiamo garantire l’assistenza alle persone anziane, indifese e malate», spiega l’assessore alla sanità veneta, Manuela Lanzarin, in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato, che ha interrotto il tentativo della giunta veneta, di assegnare agli Oss diverse competenze infermieristiche.
I ricorsi degli OPI provinciali e della FNOPI contro la delibera della Regione Veneto n. 305 del 16/03/2021 sono stati accolti.
“L’operatore socio-sanitario non è ascrivibile al novero delle professioni sanitarie” sentenzia il giudice, escludendo la poss di poter ampliare le conoscenze degli operatori attraverso un corso di formazione complementare, che avrebbe dovuto permettere loro di eseguire in autonomia manovre proprie dell’assistenza infermieristica.
Ma l’assessore Lanzarin non sembra voler accettare la: “Ho dato mandato alla mia struttura di analizzare la sentenza per avere un quadro giuridico. Mi sembra, però, che nessuno stia capendo la gravità della situazione: l’assistenza sul territorio è a livelli critici. La situazione è drammatica. Noi avevamo proposto quel percorso formativo – corretto, trasparente e rispettoso della gerarchia nei confronti della figura dell’infermiere – per dare una risposta alla carenza di personale che è gravissima. Non è passato il messaggio di urgenza in cui ci troviamo”.
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