La questione della sostenibilità ambientale nella sanità è da tempo al centro del dibattito tra professionisti e decisori politici. Un tema particolarmente significativo è rappresentato dagli ospedali, strutture ad alta intensità energetica. Secondo il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA del 2019, il consumo energetico degli ospedali risulta circa tre volte superiore a quello delle abitazioni.
Questi consumi derivano principalmente dalla necessità di alimentare sistemi di climatizzazione, ricambio dell’aria, specialmente in aree critiche come le sale operatorie e i reparti di terapia intensiva, e dall’uso di apparecchiature diagnostiche avanzate, che richiedono energia sia per il loro funzionamento che per la gestione del calore prodotto. Tuttavia gli ospedali non sono solo grandi consumatori di energia, ma anche di risorse economiche e umane. La loro operatività continua, la presenza di reparti ad alta intensità assistenziale e l’impiego di tecnologie complesse comportano costi elevati e una gestione impegnativa.
Ripensare gli ospedali: sostenibilità e razionalizzazione
In questo contesto è necessario considerare la sostenibilità ambientale degli ospedali insieme a quella gestionale. Quest’ultima include sia la sostenibilità economica, legata ai costi rispetto al finanziamento pubblico, sia quella organizzativa, relativa alla gestione del personale. In un periodo di crisi del Servizio sanitario nazionale, caratterizzato da sottofinanziamento e carenza di personale, affrontare simultaneamente questi aspetti diventa prioritario.
La pianificazione come strumento di sostenibilità
Nonostante l’ampia letteratura disponibile sulla sostenibilità ambientale degli ospedali, raramente si affronta il tema della pianificazione delle strutture come leva per una gestione più sostenibile. Anche il prestigioso Global Green and Healthy Hospitals Network, che promuove azioni per migliorare la sostenibilità degli ospedali in tutto il mondo, dedica attenzione a temi come la gestione dei rifiuti, l’uso di energia pulita e la progettazione di edifici sostenibili, ma non considera esplicitamente la razionalizzazione delle reti ospedaliere.
In Italia la dispersione irrazionale degli ospedali rappresenta un problema significativo. Secondo il Rapporto OASI 2020 dell’Università Bocconi, nel 2017 si contavano ancora 210 piccoli ospedali con pronto soccorso su un totale di 630 ospedali per acuti. Molte di queste strutture, vicine tra loro, duplicano servizi ad alta intensità di risorse, contribuendo all’inefficienza del sistema.
Questa tendenza ha implicazioni a lungo termine, poiché i progetti di edilizia ospedaliera, una volta avviati, influiscono sulla sostenibilità del sistema per decenni. Sebbene esista uno strumento normativo per guidare una programmazione più razionale – il Decreto ministeriale 70 del 2015 –, la sua applicazione sistematica non è stata adeguatamente monitorata.
Sempre più ospedali scelgono di intraprendere un percorso di sostenibilità, adottando soluzioni eco-compatibili sia nella costruzione di nuove strutture che nella riqualificazione e ristrutturazione di quelle esistenti. L’obiettivo è trasformare l’ospedale in un luogo non solo dedicato alla cura della salute, ma anche al rispetto dell’ambiente.
Gli Stati Uniti guidano questa tendenza, come dimostra la classifica stilata dalla Healthcare Administration Degree Programs, che elenca i 30 ospedali più sostenibili al mondo: 25 si trovano negli USA, due in Canada, due nel Regno Unito e uno a Singapore. Al vertice della classifica si posiziona il Children’s Hospital di Pittsburgh, in Pennsylvania, riconosciuto con due certificazioni Leed (Leadership in Energy and Environmental Design).
Eccellenza ecosostenibile: il Children’s Hospital di Pittsburgh
Il Children’s Hospital di Pittsburgh, inaugurato nel 2009, si distingue per una gestione totalmente digitalizzata, che elimina l’uso della carta. L’ospedale utilizza materiali riciclati e ha implementato un sistema per il recupero dell’acqua e un programma di car sharing per ridurre le emissioni inquinanti, consolidando il suo impegno verso la sostenibilità.
Il caso italiano: l’esempio del Meyer e altri ospedali virtuosi
Anche in Italia ci sono strutture sanitarie all’avanguardia nel campo della sostenibilità. L’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze (foto), ad esempio, è un riferimento nazionale per l’efficienza energetica e il rispetto dell’ambiente. Inoltre, numerosi ospedali italiani hanno aderito al progetto europeo “Renewable Energy Sources”, impegnandosi a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Tra questi si segnalano l’Istituto Europeo di Oncologia, l’Humanitas di Rozzano, il Policlinico San Matteo di Pavia e gli ospedali di Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena, Genova e Torino.
Gli ospedali più sostenibili al mondo
La lista dei principali ospedali ecosostenibili comprende eccellenze internazionali, tra cui:
- Children’s Hospital of Pittsburgh, Pennsylvania
- Dell Children’s Medical Center of Central Austin, Texas
- Providence Newberg Medical Center, Newberg, Oregon
- Kiowa County Memorial Hospital, Greensburg, Kansas
- Vivian and Seymour Milstein Family Heart Center, NewYork-Presbyterian Hospital, New York
- Legacy Salmon Creek Medical Center, Vancouver, Washington
- West Kendall Baptist Hospital, Miami, Florida
- North Shore University Hospital: Katz Women’s Hospital, Manhasset, New York
- Muskogee Community Hospital, Muskogee, Oklahoma
- St. Mary’s Hospital, Sechelt, Canada
Questi ospedali rappresentano modelli di innovazione e sostenibilità, dimostrando come sia possibile coniugare tutela della salute e attenzione all’ambiente.
Verso una sanità più sobria
Per garantire la sostenibilità del sistema sanitario è necessario affrontare contemporaneamente le dimensioni ambientale e gestionale. Ridurre la frammentazione delle strutture ospedaliere pubbliche può migliorare l’efficienza e ridurre l’impatto ambientale, contribuendo anche a rendere il settore pubblico più competitivo rispetto al privato. In sintesi, la sostenibilità passa attraverso una sanità più sobria, dove la filosofia “less is more” diventa una guida per il futuro degli ospedali.
Anna Arnone
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