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“Concorsi Pubblici obsoleti ed inefficaci: perché non organizzare colloqui individuali?”

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L’incredibile vicenda del concorso pubblico torinese dedicato agli Infermieri e sospeso dal TAR poche ore prima della prova scritta ha scatenato rabbia e malcontento in molti candidati giunti da ogni parte di Italia.

Alcuni sono addirittura rientrati dall’estero per sostenere questa prova, avendo ormai abbandonato un paese che pare non aver più bisogno di Infermieri nonostante i numeri dicano il contrario.

Riportiamo di seguito l’intervista rilasciata per Nurse Times da Giulia Petrarulo, una delle migliaia di candidate per la prova non effettuata, giunta in Piemonte da Oxford, dove ormai vive e lavora.

Giulia Petrarulo durante la manifestazione di protesta

Cosa ti ha spinto a candidarti a questa prova selettiva?

Mi sono iscritta a questo concorso perché vorrei in un futuro, più o meno prossimo, tornare a vivere in Italia, possibilmente a Torino.

Hai tentato altri concorsi da quando ti sei trasferita all’estero?

Ho provato ad iscrivermi ad un solo concorso in passato, quello organizzato da Estar in Toscana.

Le selezioni in Toscana si sono svolte regolarmente?

A mio parere sì, non posso dire che non siano stati regolari. L’unico “neo” è stato che la preselezione, oltre che su argomenti di infermieristica, verteva su logica e cultura generale (che io apprezzo, comunque).

Nell’intervista rilasciata a caldo, dopo aver appreso la notizia del rinvio, hai definito l’attuale metodo di reclutamento inadeguato ed antiquato. Come vorresti che fosse organizzata la selezione di personale per una struttura pubblica?

Vorrei che le selezioni avvenissero come in Inghilterra e in Portogallo (probabilmente anche in altri stati Europei, ma io non ne sono a conoscenza), ovvero con colloquio individuale.

Per noi Infermieri, nel Regno Unito, l’azienda espone pubblicamente (online) i posti vacanti (con tutte le informazioni). Il candidato interessato si “applica” inviando il curriculum, il quale viene valutato dal personale apposito. Se ritenuto idoneo, il candidato viene convocato per sostenere un colloquio individuale.
Come ultimo step può venire “assunto” o “non assunto”, in maniera molto lineare. Mi piace e ritengo questo metodo meritocratico. Veloce, pratico ed efficace.

Pensi che possa accadere nuovamente una situazione simile in futuro considerando le irregolarità ricorrenti ormai presenti quasi in ogni concorso pubblico?

Assolutamente sì. Per questo mi sto esponendo. Perchè mi risulta che spesso i concorsi pubblici presentino ricorsi, siano lenti e quindi li definirei INEFFICACI. Tanto più ora, in cui sempre più c’è bisogno di infermieri che entrino nell’SSN, c’è bisogno di metodi RAPIDI ed EFFICACI. Ciò che è successo finora, può continuare a succedere.

La direzione ospedaliera torinese ammette che gli Infermieri servano subito, considerata la grave carenza di personale nei reparti e ventila l’idea di indire un avviso pubblico in attesa che si sblocchi questa intrigata situazione. Ritieni che un avviso pubblico possa essere una soluzione?

Si tratterebbe di continuare con la logica attualmente ben diffusa del pubblico avviso. È un “tamponare” questa grande carenza con soluzioni provvisorie, non vorrei che ci si adagiasse su questa possibilità, posticipando ulteriormente il prosieguo del concorso pubblico. Soluzione definitiva e stabile per l’impiego di noi infermieri.

Quali spese hai dovuto sostenere per affrontare questa prova?

Ho dovuto acquistare biglietti per i vari mezzi di trasporto dal Regno unito (bus e aereo), in quanto la mia famiglia vive a Torino.
Più ovviamente la tassa di concorso e alcuni libri per rifinire la preparazione.
Mi ritengo “fortunata”: chi ha dovuto anche far fronte alla spesa dell’alloggio ha avuto costi probabilmente maggiori.

Avete richiesto formalmente un incontro chiarificatore con gli organizzatori?

Abbiamo parlato in direzione generale, come ormai si sa, e abbiamo avuto un confronto. Io non ho contattato personalmente l’azienda organizzatrice. Avrò modo di parlare con la presidente Schirru, del collegio provinciale IPASVI di Torino nei prossimi giorni.

Sono in attesa di formalizzare l’incontro. Saprò dire qualcosa di più nei prossimi giorni.


Ringraziamo la collega Giulia Petrarulo e le auguriamo di poter riuscire ad ottenere giustizia ed eventualmente anche un rimborso per le spese sostenute da lei e da centinaia di altri infermieri che, quando hanno ricevuto la comunicazione del rinvio, erano già a Torino o in viaggio verso il capoluogo piemontese.

Simone Gussoni

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