Quando nel novembre del 2011 i Comitati Toscani per la tutela della salute in Montagna e nelle zone disagiate fondavano il CREST, Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana, non pensavano certo che a 4 anni di distanza il loro movimento avrebbe avuto la forza necessaria di mobilitare tanti cittadini al punto di portare al Referendum una riforma voluta dal Presidente Rossi. In Toscana sta accadendo qualcosa di inaspettato e di politicamente rilevante, anche alla luce dell’attuale panorama politico.
La Regione si ritrova improvvisamente, forse non troppo visto la nascita di decine di movimenti e comitato in difesa non solo della Sanità ma anche del Territorio come l’ormai famoso Comitato “Mamme No Inceneritore” che sta facendo tremare la Giunta Nardella, opposizione di quel PD di cui è stata roccaforte sin dalla sua nascita in naturale evoluzione dalla scomparsa del PCI.
In Toscana la salute e la sanità sono dunque oggetto di contesa, da una parte la volontà politica di perseguire una strada precisa dall’altra i cittadini che non hanno alcun motivo di vedere affossato uno dei sistemi di cui andavano fieri.
Per meglio sintetizzare quanto sta avvenendo abbiamo posto tre domande al Dr Giuseppe Ricci, animatore e uno dei fondatori del Comitato Promotore per il Referendum Abrogativo della Legge 28/15 ma anche ex Direttore Generale della ASL 8 di Arezzo.
Dr Ricci, come è nato il Comitato Promotore e perché?
Il COMITATO PROMOTORE REFERENDUM ABROGATIVO LEGGE 28/15, si costituì allorquando ci si rese conto che la Politica Sanitaria del Presidente Rossi e del neo-PD perseguiva scopi ben lontani dalle roboanti affermazioni.
Al contempo si registrava che tale Politica era scarsamente ostacolata dalle forze di opposizione mentre i Sindacati Confederali recitavano la loro parte di sempre.
Occorreva un’azione straordinaria ed anomala per il sistema politico toscano. Insomma bisognava ideare un qualcosa che fosse dirompente ed insieme fortemente aggregante. Ecco come nasce l’idea del REFERENDUM ABROGATIVO. In una riunione a Firenze il Comitato Sanità Pubblica di Arezzo ed il CREST proposero a tutte le Associazioni presenti (Comitati e Sindacati autonomi) di lanciare il Referendum Abrogativo della Legge 28/15. Costituimmo il Comitato Promotore e da subito fu deciso che chiunque poteva aderire a condizione che manifestasse la netta contrarietà alla Politica sanitaria di Rossi e del neo-PD.
Hanno aderito al Referendum, ad oggi, tutte le forze politiche presenti e non presenti in Consiglio Regionale e la stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali. Tutti hanno capito che questa è l’occasione, unica ed irripetibile, per dire no a questa deriva sanitaria, no a questa politica che lede i diritti dei Cittadini, no alla distruzione del servizio sanitario pubblico.
Attualmente sono oltre 50 le Associazioni di Cittadini attive nella raccolta firme in Toscana.
Dobbiamo fare presto (pur avendo sei mesi per raccogliere le firme) perché vogliamo andare al voto entro la primavera del 2016. Da qui la necessità di completare la raccolta firme entro Ottobre 2015.
Solo con il REFERENDUM indetto sarà ritardata l’entrata in vigore della vituperata legge 28/15.
La Sanità Toscana è sempre stato un esempio per il Paese Italia, cosa è successo?
Rossi è un abile Politico, in particolare ha costruito la sua carriera con l’arte del consenso.
Ma ha commesso un grave errore, quello di restare per 15 anni capo assoluto della Sanità Toscana. Adesso, pur con l’Assessorato dato alla Saccardi, egli continuerà, per qualche anno ancora, a tenere sotto controllo il Sistema grazie ai tre pro-consoli (i Direttori della Programmazione di Area Vasta) da lui nominati.
La Sanità Toscana ha vissuto momenti di alto profilo allorquando la Regione definiva i Piani sanitari (grazie anche ad una buona tecno-struttura regionale) ed i Sindaci erano attori con i PAL. La Toscana era un prototipo anche per la rete Distrettuale, il Socio-sanitario ed una buona Prevenzione.
Errori e qualche sfasamento erano presenti, ma sarebbe stato sufficiente agire con piccole azioni correttive.
Ma questa non è mai stata l’idea di Rossi. Lui doveva passare alla Storia come il grande innovatore. Da qui uno stillicidio di riforme organizzative ad iniziare dallo scorporo non riuscito dei distretti e successiva creazione delle SDS, Consorzi di acquisto (privatistici) poi ESTAV e quindi ESTAR, le Aree Vaste fino alla Legge 28/15 fatta appositamente per proclamare gli esuberi e ridurre i Costi del Personale.
Tra le sue innovazioni registriamo il Project Financing. Il modo più deleterio per edificare nuovi Ospedali con pesantissimi oneri di gestione (miliardi di euro) per i prossimi 20 anni.
La Sanità in Toscana durante il Principato Rossi ha vissuto un lento ma inesorabile declino. Lasciamo perdere le statistiche sugli esiti (pur importanti) ma le domande che ci dobbiamo porre noi Cittadini Toscani sono:
- rispetto a dieci, quindici anni fa, abbiamo gli stessi servizi?
- La rete Ospedaliera è la stessa?
- Le prestazioni di diagnostica e specialistica erogate dal pubblico sono le stesse?
- I tempi di attesa anche per i Ricoveri sono migliorati o peggiorati?
- La libera professione è sotto controllo? I professionisti erogano pari prestazioni istituzionali ed intra-moenia?
- Il Personale dipendente è incrementato o diminuito?
- La politica della stabilizzazione degli organici è stata perseguita?
- Siamo di fronte ad un de-mansionamento o ad una valorizzazione delle professioni?
- La ripartizione delle Risorse è avvenuta in modo coerente e trasparente?
- Le Aziende Ospedaliere-Universitarie hanno ricevuto fondi aggiuntivi a scapito delle Aziende sanitarie territoriali?
Potrei proseguire ad oltranza…
In conclusione l’epoca Rossi si può così sintetizzare:
1) Centralizzare per gestire direttamente la Sanità
2) Centralizzare per decidere l’utilizzo del portafoglio (oltre 7 miliardi di euro)
3) Centralizzare gli acquisti ed i servizi
4) Centralizzare la risposta Ospedaliera
5) Ridurre il Personale Pubblico e l’offerta pubblica dei servizi
6) Privatizzare interi settori assistenziali (v. rete distrettuale)
7) Politica del Ticket (il più alto in Italia) per dirottare l’utenza al privato
8) Incrementare la presenza del terzo settore e dell’erogatore privato
9) Favorire l’inserimento delle mutue integrative
10) Favorire le compagnie assicurative
Rossi e Renzi stanno applicando alla lettera ciò che la Troika ebbe a chiedere e pretendere dall’Italia nel 2011 (famosa lettera Draghi – Trichet): “È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.”
No, la Sanità Toscana non è più quella di un tempo e che sia migliore di altre realtà italiane non è di conforto.
Facciamo un sogno: il Referendum passa, cosa farete?
Se faremo e vinceremo il Referendum, nulla sarà più come prima. Una sconfitta del neo-PD al Referendum avrebbe come prima conseguenza le dimissioni di Rossi. Nuove elezioni Regionali e con l’aria che tira sarà possibile una nuova primavera in Toscana. Molto dipenderà dalle forze politiche e dalla loro capacità di interpretare la volontà dei Cittadini.
Noi siamo Cittadini e come tali agiremo.
Nelle sue parole si coglie, oltre alla determinazione del Comitato e di quanti appoggiano questo Referendum, anche la delusione e la rabbia per un Servizio Sanitario che appare indebolito e in decrescita rispetto al suo passato fulgido e all’avanguardia.
Nel mentre le forze politiche si organizzano e nelle piazze compaiono i primi banchini di raccolta firme, stride la voce quasi assente delle categorie professionali che la sanità la producono. In questo silenzio, non di assenso ma di attesa, molti operatori in maniera del tutto singola appoggiano apertamente il Referendum.
La Toscana si sta avviando alla sua Primavera, aprirà la strada anche ad altre Regioni in un momento storico in cui a giorni alterni compaiono notizie su nuovi tagli al SSN?
Lo sapremo presto ed io, nel mio piccolo, ci spero tanto.
Piero Caramello
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