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La dott.ssa Martina Perilli presenta la tesi dal titolo “L’impatto dell’attività fisica sulla soddisfazione lavorativa e sul benessere degli infermieri turnisti del Policlinico: studio Cross Sectional Con Ipaq E Who-5”
Background
L’attività fisica rappresenta un importante strumento per promuovere il benessere psicofisico. Essa serve anche a prevenire effetti negativi legati allo stress lavorativo, specialmente tra gli infermieri. Questi sono soggetti a turni impegnativi e a carichi emotivi elevati. Tuttavia, non tutti riescono a mantenere una pratica regolare di esercizio fisico. Il livello di attività può influenzare direttamente la percezione di soddisfazione e benessere sul lavoro.
La capacità di mantenere uno stile di vita attivo deriva dalle conoscenze, dalle motivazioni e dalle abitudini personali. È tanto più sviluppata quanto più il professionista riconosce l’importanza dell’attività fisica nella propria routine quotidiana. Pochi studi hanno analizzato in maniera diretta la relazione tra il livello di attività fisica e il benessere psicologico degli infermieri. Soprattutto considerando anche l’influenza delle caratteristiche socio-demografiche e professionali.
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare il livello di attività fisica degli infermieri e il relativo grado di benessere percepito. Si sono esplorati i determinanti individuali e organizzativi che possono modulare questa relazione.
Materiali e metodi
Da giugno a ottobre 2025 è stato condotto uno studio cross-sectional su un campione di infermieri operanti in ambito medico, chirurgico, critico e pediatrico del Policlinico di Bari. Il livello di attività fisica è stato misurato con il questionario IPAQ, mentre il benessere psicologico con il WHO-5. L’affidabilità interna del WHO-5 è stata valutata tramite alfa di Cronbach e la struttura del questionario tramite analisi fattoriale. Le differenze tra gruppi sono state analizzate con i test di Mann-Whitney e Kruskal-Wallis. Inoltre, le correlazioni tra IPAQ e WHO-5 sono state analizzate con il coefficiente di Spearman. Sono stati inoltre costruiti modelli di regressione lineare e logistica binaria per indagare l’associazione tra attività fisica e benessere, e test del Chi-quadrato per le variabili sociodemografiche.
Risultati
La maggior parte del campione è composta da donne giovani (età media 32 anni). Gli infermieri fisicamente attivi hanno riportato punteggi di benessere più elevati rispetto ai sedentari. Le donne hanno mostrato livelli inferiori rispetto agli uomini, mentre non sono emerse differenze per età. È stata riscontrata una correlazione positiva, seppur debole, tra attività fisica intensa e benessere percepito. La regressione lineare ha confermato l’attività fisica come predittore significativo di benessere, mentre i turni notturni si associano a punteggi inferiori.
Conclusioni
Sulla base delle nostre evidenze e a conferma della letteratura internazionale, l’attività fisica si conferma come un fattore associato a un miglior benessere psicologico tra gli infermieri turnisti. I risultati ottenuti mostrano una compatibilità con gli studi che evidenziano come il movimento regolare possa rappresentare una risorsa personale utile a ridurre lo stress. Inoltre, migliorano l’umore e promuovono un migliore equilibrio psico-fisico. Pur riconoscendo il potenziale beneficio di interventi strutturati di promozione dell’attività fisica, nel contesto sanitario italiano attuale tali iniziative risultano di difficile applicazione. Questo accade a causa della carenza di risorse umane ed economiche. È pertanto più realistico sottolineare l’importanza dell’attività fisica come scelta individuale consapevole. Occorre una maggiore sensibilizzazione dei professionisti sanitari verso la cura di sé e il mantenimento del benessere personale.
In conclusione, i risultati dello studio contribuiscono a rafforzare l’evidenza secondo cui l’attività fisica regolare rappresenta un elemento chiave per la salute mentale e la qualità di vita degli infermieri.
Prendersi cura di sé attraverso il movimento significa, per ogni infermiere, tutelare non solo il proprio benessere, ma anche la qualità dell’assistenza offerta ai pazienti. Ricordiamo che la salute di chi cura è parte integrante della salute di chi viene curato.
Dott.ssa Martina Perilli
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