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La dott.ssa Alessia Fumarulo laureatasi presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” presenta la tesi “Nuove competenze infermieristiche nella gestione del paziente gravemente ustionato. Confronto tra trattamenti”.
Da sempre l’ustione rappresenta una delle forme più gravi e complesse di lesioni traumatiche così come il trattamento del paziente gravemente ustionato risulta essere notoriamente molto impegnativo oltre che costoso.
L’elevato grado di criticità e complessità di questi pazienti determina il fatto che durante il periodo di assistenza possano svilupparsi complicanze ed eventi avversi che, oltre a prolungare il periodo di degenza, determinano anche un aumento dei tassi di mortalità e morbilità, oltreché un aumento esponenziale dei costi legati all’assistenza.
Tuttavia, le maggiori conoscenze sulla fisiopatologia delle ustioni acquisite nel corso degli anni e lo sviluppo delle competenze infermieristiche nell’ambito della ‘burn care’ hanno contribuito allo sviluppo di metodiche di trattamento innovative, messe in atto dallo stesso personale infermieristico.
Questo elaborato ha la finalità di adoperare un confronto tra due metodiche di trattamento del paziente gravemente ustionato: debridement chirurgico attraverso escarotomia e debridement enzimatico con applicazione di Nexobrid® eseguito dagli infermieri. In questo studio retrospettivo si sono analizzate 24 cartelle cliniche di pazienti gravemente ustionati sottoposti ai trattamenti sopra citati e che presentassero caratteristiche sovrapponibili di ustioni.
Il confronto è stato effettuato sulla base della valutazione dei tempi di degenza, del verificarsi di complicanze infettive, del verificarsi di complicanze emorragiche, presenza di picchi febbrili e necessità di sottoporre il paziente a intervento di copertura delle ustioni con innesti cutanei.
Ciò che è emerso è che nei pazienti trattati con applicazione di Nexobrid® si è osservata una minore incidenza di tutti questi aspetti, risultando essere quindi una metodica di cura sicuramente vantaggiosa per il paziente in quanto selettivo e minimamente invasivo ed è risultato essere utile anche nel contenimento dei costi legati al trattamento ed all’assistenza di questi pazienti.
Pertanto, i risultati ottenuti sono sicuramente incoraggianti, ma è necessario che ulteriori studi vengano effettuati su un maggior numero di pazienti per poter avvalorare tali risultati.
Introduzione
La profonda complessità che contraddistingue la gestione e trattamento del paziente ustionato determina il fatto che esso sia particolarmente esposto al rischio di sviluppare complicanze che possono comprometterne il processo di guarigione, determinando un importante aumento dei costi, e richiedendo al paziente notevoli oneri fisici e psicologici.
L’attenzione per tutti questi aspetti e soprattutto l’attenzione sempre più incentrata sull’erogare un’assistenza di qualità al paziente garantendone la sicurezza nei trattamenti, ha determinato la necessità che gli infermieri acquisissero competenze sempre più avanzate in questo ambito di pratica, evidenziando come l’infermiere rappresenti essere un membro attivo dell’equipe multidisciplinare che si occupa dell’ustione.
Al fine di poter garantire un migliore outcome per il paziente, è fondamentale il tipo di trattamento attuato a seguito del trauma.
La metodica chirurgica di trattamento del paziente gravemente ustionato che presenta delle ustioni intermedio-profonde o profonde con la presenza dell’escara, la così detta escarotomia con sbrigliamento meccanico del tessuto necrotico, ad oggi è il trattamento più effettuato e rappresenta lo standard di cura.
Nel presente studio, l’escarotomia viene confrontata con l’impiego del Nexobrid® un agente di sbrigliamento enzimatico, applicato da parte del personale infermieristico con rimozione non chirurgica dell’escara.
Per le due metodiche saranno misurati i tempi di guarigione, la riduzione delle complicanze sia infettive che emorragiche e della necessità di reintervento di copertura delle zone ustionate con innesti cutanei.
I parametri scelti per il confronto permettono di giudicare le metodiche proposte sia in relazione al best interest del paziente, sia in termini di vantaggi economici e di gestione del rischio clinico per l’azienda ospedaliera.
Alessia Fumarulo
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