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Riceviamo la tesi della dott.ssa Vanessa Bucchieri, laureatasi presso l’Università degli Studi di Firenze.
Gentile Direttore di NurseTimes,
le presento la mia tesi di laurea in infermieristica dal titolo “La solitudine del paziente anziano istituzionalizzato durante la pandemia da Covid-19”
Fenomeno indagato e Razionale
La solitudine è una sensazione di disagio che si manifesta quando abbiamo bisogno di affetto o compagnia, oltre che di appartenere ad un nucleo sociale. La maggior parte dei paesi ha limitato le visite alle case di cura per prevenire le infezioni da Covid-19, tuttavia, aumenta la preoccupazione per l’impatto negativo di queste restrizioni sulla salute e sul benessere dei residenti delle case di cura e delle loro famiglie.
Fornire un’occasione di contatto e di comunicazione con i propri familiari è quindi elemento essenziale per la qualità della vita e per il miglioramento delle condizioni psico-fisiche di coloro che vivono in RSA.
Percorso dell’Indagine/Revisione
La tesi è stata condotta con lo scopo di andare a valutare gli effetti della solitudine sulle persone anziane ospiti in RSA e anche di riuscire a capire, in questo momento difficile, come poter garantire la comunicazione tra residenti e familiari e di conseguenza accendere i riflettori sul problema della solitudine che spesso viene trascurato in termini di presa in carico e per questo motivo ancora oggi il nostro sistema sanitario si trova spesso inadeguato a gestire questo aspetto.
È stata a questo scopo fatta una revisione della letteratura utilizzando i motori di ricerca delle principali banche dati: Pubmed, Google Scholar e Cochrain e poi attenendosi alla sitografia trovata in merito. Sono stati presi in considerazione studi effettuati dal Gennaio 2019 a Dicembre 2021.
Principali Risultati di Interesse Infermieristico e Conclusioni
Dalle fonti in letteratura risulta che l’isolamento fisico dei residenti ha determinato un senso di solitudine sociale profondo e un conseguente stress emotivo che conduce ad un decadimento progressivo ed il conseguente deterioramento delle condizioni psico-fisiche delle persone residenti in RSA.
Inoltre si evince che il problema della solitudine passa in secondo piano nelle azioni di assistenza in alcuni contesti e viene trascurato in quanto non considerato un elemento prioritario ma anche che la pandemia ha portato, in altri contesti, gli operatori ad essere maggiormente coinvolti nella relazione tra gli ospiti ed i familiari.
Importante quindi l’implementazione di interventi che sono volti a ridurre l’isolamento dei residenti in RSA, favoriti dalla consapevolezza indotta anche da aggiornamenti di formazione continua per il personale socio – sanitario relativi a questo argomento e più studi che vadano ad indagare sulle modalità attraverso le quali arginare la solitudine nelle persone anziane che sono sole o socialmente isolate.
Considerando questa presa d’atto del bisogno di affetto, ad oggi emerso con forza, diventa necessario prendere consapevolezza e mettere in campo azioni che possano potenziare sul piano professionale e confortare sul piano umano, in considerazione del valore della vita umana in ogni sua sfaccettatura.
Vanessa Bucchieri
Allegato
Tesi: “La solitudine del paziente anziano istituzionalizzato durante la pandemia da Covid-19”
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