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La dott.ssa Bottani presenta la tesi infermieristica sulle manovre rianimatorie nel paziente covid-19

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La dott.ssa Bottani presenta la tesi infermieristica sulle manovre rianimatorie nel paziente covid-19
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La dott.ssa Bottani Sara, consegue la laurea in infermieristica presso l’Università degli Studi di “Tor Vergata” presenta ai nostri lettori la tesi infermieristica dal titolo “Manovre rianimatorie nel paziente covid-19”

Abstract

Al termine di questo percorso di studi si è deciso di analizzare un argomento già noto alla quotidianità sanitaria per quanto riguarda le manovre rianimatorie in pazienti che presentano arresto cardiocircolatorio, ma molto attuale per quanto riguarda l’arresto cardio circolatorio nei pazienti Covid-19.

Si è voluto far fronte a questo argomento poiché durante la pandemia Covid-19 è stato necessario attuare protocolli e linee guida aggiornati, anche per il più banale contatto con i pazienti a causa dell’alto rischio di contagio dal virus.

La sindrome respiratoria acuta grave coronavirus (SARS-CoV o SARS-CoV-1) è un ceppo di coronavirus che causa la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). È un virus a RNA a singolo filamento avvolto, a senso positivo, che infetta le cellule epiteliali all’interno dei polmoni.

Il virus in questione, quello che ha scatenato la pandemia da Covid-19 è il SARS‑CoV‑2, un virus della specie coronavirus correlato appunto alla sindrome respiratoria acuta grave (SARSr-CoV).

L’evento di ricaduta che ha introdotto SARS‑CoV‑2 negli esseri umani, definito poi Covid-19, sembra si sia verificato alla fine del 2019 a Wuhan, in Cina, dando inizio alla pandemia mondiale per cui l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale il 30 gennaio 2020 e lo stato di pandemia dall’11 marzo 2020.

Dal 2021, sono emerse varianti dominanti in molti paesi, con le varianti Alpha e Beta, Gamma, Delta e Omicron che sono le più virulente.

Il virus si diffonde principalmente tra le persone attraverso il contatto ravvicinato e tramite aerosol e goccioline respiratorie che vengono espirate quando si parla, si respira o si espira in altro modo, nonché quelle prodotte da colpi di tosse o starnuti.

I pazienti affetti da Covid-19 possono sviluppare una grave insufficienza respiratoria acuta e ipossiemia; infatti, le comorbilità cardiorespiratorie sono state identificate come fattori di rischio per lo sviluppo delle forme più gravi della malattia. Un arresto cardiaco può quindi complicare il decorso clinico ospedaliero di questi pazienti come conseguenza di varie complicanze, sia pneumologiche che cardiologiche.

Tuttavia, nel rispetto del criterio di sicurezza, è necessario considerare e valutare come proteggere contestualmente soccorritori, e il personale delle terapie intensive.

Si ritiene che sia fondamentale per tutti proteggere gli operatori impegnati in manovre rianimatorie, cercando di preservare per quanto possibile l’alta qualità ed efficacia delle stesse, e soprattutto assicurare la tempestività nel rianimare un paziente anche in condizioni gravi, con posizionamento prono con o senza intubazione.

L’obiettivo della tesi, perciò, è quello di identificare le percezioni e le competenze infermieristiche rilevanti nel trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 in caso di rianimazione cardiopolmonare per evidenziare i rischi che gli operatori potrebbero incorrere, e l’efficacia della rianimazione cardio polmonare in posizione prona, poiché la maggior parte dei pazienti ricoverati in terapia intensiva necessitano della pronazione per una migliore ossigenazione e ventilazione.

Il target dei pazienti include prevalentemente persone anziane, perlopiù di sesso maschile, spesso chiamate a convivere con altri fattori di rischio (fumo di sigaretta) e malattie (diabete, obesità, insufficienza renale) che tendono a far evolvere l’infezione verso il quadro peggiore. Ma l’età, considerata un fattore di rischio per il decorso di Covid-19, non permette di considerare sempre al sicuro i ragazzi e gli adulti.

Si definisce un paziente critico un paziente che manifesta un’insufficienza di uno o più organi che mettono a repentaglio la sua stessa vita.

Nei pazienti critici è importantissimo garantire una ventilazione adeguata ad assicurare l’ossigenazione e per proteggere gli organi vitali. Nel caso in cui i sintomi dell’infezione da COVID diventino acuti, il ricovero nelle unità di terapia intensiva sarà necessario.

Un quadro clinico che può peggiorare ulteriormente e arrivare a una grave sindrome da distress acuto respiratorio (ARDS) e talvolta a fenomeni di coagulazione intravascolare disseminata, con la formazione di trombi nei piccoli vasi di tutto l’organismo e la potenziale interruzione del normale flusso di sangue.

La mobilizzazione del paziente ricoverato in terapia intensiva rappresenta un importante aspetto sia della gestione clinica che di quella infermieristica. Una delle posizioni utilizzate in caso di severe insufficienze respiratorie (ARDS) è la postura prona, ovvero l’esposizione dell’intera superficie dorsale del corpo e la pronazione del paziente attraverso un movimento rotatorio secondo l’asse longitudinale dello stesso.

Le evidenze scientifiche dimostrano come nei pazienti con grave insufficienza respiratoria acuta, quando pronati, si assiste ad un miglioramento dei parametri emogasanalitici e, al ritorno in posizione supina, ad un miglioramento della compliance toraco/polmonare e dell’ossigenazione rispetto al periodo precedente la pronazione.

Tuttavia, come per ogni procedura, la pronazione possiede delle controindicazioni, che si possono suddividere in: relative: instabilità emodinamica, emottisi, tracheostomia recente, grave obesità, recente arresto cardiaco e assolute: trauma facciale, ipertensione endocranica, ischemia addominale, instabilità al rachide cervicale.

Le comorbilità cardiorespiratorie sono state identificate come fattori di rischio per lo sviluppo delle forme più gravi della malattia. Un arresto cardiaco può quindi complicare il decorso clinico ospedaliero di questi pazienti come conseguenza di vari trigger, sia pneumologici (es. ipossiemia grave, pneumotorace) che cardiologici (es. embolia polmonare, prolungamento dell’intervallo QT).

Oltre a ciò, la pandemia di Covid-19 ha determinato il ricovero di un numero senza precedenti di pazienti, fattore che è stato associato a un numero elevato di arresti cardiaci intraospedalieri.

Allo stesso tempo, è da tenere in considerazione come la rianimazione cardiopolmonare di un paziente con Covid-19 comporti dei rischi intrinseci per gli operatori sanitari, in quanto le procedure di rianimazione possono disperdere aerosol.

Seguendo queste considerazioni è ampio il dibattito scientifico circa l’etica della rianimazione cardiopolmonare e degli ordini di non tentare la rianimazione nei pazienti con Covid-19.

L’elaborato inserito nel capitolo 4 revisiona sistematicamente gli studi scientifici disponibili per identificare e indagare quali incertezze, conoscenze e percezioni circa il trattamento di rianimazione in posizione prona, e soprattutto la tempestività e l’efficacia dell’assistenza infermieristica, nei pazienti affetti da Covid-19 con sindrome di distress respiratorio acuto.

Lo scopo di questa revisione nasce appunto per valutare la vera efficacia del posizionamento prono per migliorare il tasso di sopravvivenza in pazienti critici, come pazienti affetti da ARDS O SARS-COV-2. L’obiettivo della revisione è quello valutare l’efficacia del posizionamento prono, per migliorare il tasso di sopravvivenza in pazienti critici affetti da ARDS o SARS-COV-2.

I matriali e metodi utilizzati sono la banca dati Pubmed/Medline tramite il motore di ricerca google. In seguito, sono stati selezionati gli studi inerenti all’ipotesi di ricerca formulata.

I risultati la banca dati Pubmed/Medline tramite il motore di ricerca google. In seguito, sono stati selezionati gli studi inerenti all’ipotesi di ricerca formulata.

La banca dati Pubmed/Medline tramite il motore di ricerca google. In seguito, sono stati selezionati gli studi inerenti all’ipotesi di ricerca formulata.

Dott.ssa Bottani Sara

Tesi “Manovre rianimatorie nel paziente covi-19”

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