Il presidente del collegio Ipasvi di Bari Saverio Andreula denuncia le gravi criticità organizzative per il servizio di emergenza 118. LA LETTERA
Con una lettera indirizzata ai vertici della regione Puglia, ai dirigenti della Asl Bari, alla Procura della Repubblica e ai N.A.S. vengono evidenziate una serie di gravi criticità che rischiano di gettare altra benzina sul fuoco sul servizio di emergenza già oggetto dell’attenzione della magistratura.
Inosservanza e violazione, delle disposizioni regionali in materia di organizzazione del servizio, ambulanze “Victor” (senza Infermiere), divenute “India”(con Infermiere) per un breve periodo iniziato nell’ottobre 2015, non già per un incremento delle risorse infermieristiche in termini numerici, ma per impiego degli stessi “pochi” Infermieri in dotazione al servizio, in costante regime di straordinario programmato, riprendono la precedente configurazione (senza Infermieri a bordo). Il cambio di rotta della direzione strategica della ASL, riguarda nuovamente la promiscuità infermieristica sulle ambulanze India che viene reputata “illecitamente” non indispensabile.
Alcuni interrogativi:
- È possibile che ci sia una reperibilità che normalmente è retribuita e che in situazioni di carenza non è normalmente attivata (solo per i mezzi India)?
- È plausibile la circostanza che durante gli eventi di area cardiologica un’ambulanza sprovvista d’infermiere, non potendo effettuare l’elettrocardiogramma, nel caso di infarto acuto del miocardio, comprometta a causa di questa impossibilità, l’indiscussa eccellenza della rete IMA-SCA che identifica l’intervento a casa del paziente e lo accompagna direttamente in emodinamica riducendo tempi e danni miocardici?
“Si osserva inoltre, a nostro avviso, che senza un giustificato e razionale motivo, le risorse del servizio distinte per tipologia di mezzi e personale per le descritte motivazioni, siano mobilitate in modo favorire alcuni territori rispetto ad altri generando una sorta di disparità per cui i cittadini, si devono affidare alla cabala contando sul fattore fortunoso nella fruizione del servizio”.
“Quasi tutti gli infermieri – come denunciato dal collegio Ipasvi – hanno già da tempo superato abbondantemente le soglie regolamentari e ragionevoli di lavoro straordinario considerando che la sottovalutazione del fenomeno potrebbe, per la sua gravità, incorrere in procedure legali atte a evidenziare un danno alla persona per usura da stress psicofisico subìto, per essere stato costretto ad effettuare troppe ore di lavoro straordinario (da ottobre 2014 sino a gennaio c.a. molti Infermieri hanno effettuato straordinario per oltre 200 ore). Considerato che il lavoro straordinario viene impartito e programmato sul turno di servizio per il nostro 118, esso non solo vìola le attuali norme contrattuali in vigenza, perché non può essere usato per fini di programmazione ordinaria ma, effettuato con questa cadenza e quantità può arrecare danni al lavoratore e soprattutto a quanti costretti a fruire del servizio d’emergenza”.
Giuseppe Papagni
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