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L’infermiere è malato?

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Importante iniziativa formativa curata dal movimento SLOW NURSING – il tempo per l’assistenza e organizzato dal Nursind Chieti totalmente GRATUITA per tutti gli infermieri. Il tema dominante puntano a stimolare MOMENTI DI RIFLESSIONE SULLA SALUTE DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA E LA SOCIETA’.

Slow nursing è un movimento sorto spontaneamente dall’esigenza di riflettere sulle condizioni in cui si trova oggi ogni infermiere.

VASTO MARINA (CHIETI) SABATO 31 GENNAIO 2015. E’ necessaria la preiscrizione con:
FAX 0873 505111 E-MAIL: [email protected] TEL: 338 2561933

Slow nursing – il tempo per l’assistenza

L’infermiere è malato?

L’incontro vuole essere un momento di riflessione sullo stato di salute della professione infermieristica da parte degli stessi infermieri per comprendere cosa significa essere infermiere oggi, in questa società, flagellata da crisi economiche ma anche disorientata nei valori e nell’etica. L’interrogativo che si pone è come sia possibile per l’infermiere contribuire attivamente al miglioramento dello stato di salute dei cittadini e aumentare la prevenzione della malattia se egli stesso non sta bene.

 

La natura del malessere sta nel non poter assumere la titolarità effettiva dell’assistere, declamata sulla carta dalla legge ma mai realizzata compiutamente nella realtà del quotidiano. Il disagio dell’infermiere viene continuamente alimentato dalla frattura fra il suo desiderio di essere responsabile appieno del proprio agire professionale e la routine organizzativa che non lo riconosce e spesso ne svalorizza il ruolo ovvero lo sfrutta per convenienza e vincoli economici e ora lo vede costretto ad emigrare all’estero, oppure a restare indefinitamente ai bordi di una professione mai del tutto compiutasi e della società. La professione infermieristica si occupa della sofferenza delle persone causata dalla perdita dello stato di salute, e assieme ad altre professioni, cerca di riportare all’equilibrio originario.

Il compito non è lieve e presuppone che chi cura non soffra a sua volta, altrimenti l’efficacia assistenziale ne risente in maniera esponenziale. Quindi per assurdo potremmo affermare che dovrebbe essere proprio il cittadino a preoccuparsi della salute dei propri curatori. Invece osserviamo scarsa attenzione da parte della società alla professione dell’infermiere, che viene vista come ausiliaria all’azione del medico, che, grazie alla sua autorevolezza che dura da secoli, rimane nell’immaginario come l’unico riferimento fondamentale per risolvere i problemi di salute. Il grande tema della salute deve essere affrontato con il contributo di tutti i professionisti della sanità portando ciascuno la propria competenza. Questa azione sinergica per essere efficace presuppone un rapporto di parità fra professionisti, cosa che invece attualmente nella realtà non sussiste. Espressione lampante di questa disattenzione sono alcuni recenti atti istituzionali (delibere e decreti Regionali) che trattano i professionisti infermieri come semplici manovali che vanno controllati a minuti. Ed è per questa ragione che diviene manifesta la necessità di far crescere un cambiamento culturale nell’immaginario della società riguardo la figura dell’infermiere attuando un movimento culturale: “slow nursing”. Da questa esigenza nasce il convegno che è occasione d’incontro di infermieri dove esporre i quesiti e le analisi culturali e deontologiche, che straordinariamente viene arricchito con l’apporto di contributi particolarmente importanti di esponenti della società. Nel percorso dell’evento i relatori affronteranno vari aspetti dell’argomento in oggetto. Dall’infermiere e il suo rapporto con la salute e il bagaglio tecnico-culturale che lo attrezza a svolgere un buon compito per garantire il diritto alla buona cura.

Verranno evidenziati i punti fragili di diritti e doveri e gli ostacoli per divenire vero infermiere professionista. Fondamentale ribadire la necessità di salvare lo stesso SSN che deve rimanere pubblico per garantire i principi costituzionali indistintamente dal censo economico. E’ forse necessario interrogarci profondamente sulla deontologia ed etica della professione al fine di diradare dubbi o fraintendimenti ed abbracciare un percorso di autentica responsabilità professionale. Ormai è essenziale sviluppare estrema sensibilità e grande attenzione nel nostro agire di ogni giorno in quanto soggetti di responsabilità deontologica e penale. In questo senso, è opportuno e importante riflettere sull’organizzazione del lavoro infermieristico e quanto può incidere nel garantire buone pratiche e nel contempo per l’operatore non sia causa di stress o di malattia. Seguono alcune riflessioni sul significato delle parole della professione ed esempi sulla quotidianità pratica della professione per la salute, per offrire spunti di ulteriore riflessione e di dibattito con il pubblico.

Per le info potete scaricare l’allegato e consultare il sito: www.inferweb.net

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