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Italia 5° posto in UE per l’utilizzo di antibiotici

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Giornata europea degli antibiotici promossa dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie
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“Antibiotici: maneggiare con cura”

Questo lo slogan della campagna lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ambito della settimana mondiale di sensibilizzazione sull’uso degli antibiotici.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso così di aderire e promuovere la campagna sul corretto utilizzo di questa preziosa risorsa: “Senza regole gli Antibiotici non funzionano”, questo il titolo dell’iniziativa, che mira a educare cittadini e operatori sanitari ad un ricorso cauto e intelligente agli antibiotici.

I dati dicono che l’Italia si colloca al quinto posto al mondo per consumi di antibiotici, lo certifica l’European Center for Diseases Control che evidenzia come il nostro paese faccia un uso spesso sbagliato di farmaci antibiotici. Il dato medio Ue di consumo fuori dagli ospedali per il 2014 è 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti, e varia dalle 10,6 dell’Olanda alle 34,6 della Grecia. L’Italia, con 27,8 dosi, è al quinto posto,dietro a Francia, Romania e Belgio. Per quanto riguarda il consumo di antibiotici negli ospedali la media europea è sostanzialmente stabile a 2 dosi al giorno ogni mille abitanti. L’Italia presenta un elevato consumo di antibatterici con forti differenze regionali: la Lombardia presenta, infatti, un consumo più elevato di penicilline, la Sicilia, assieme alla Campania presenta consumi più elevati di antibatterici parenterali.
L’Oms lancia l’allarme sulla necessità di migliorare e riuscire a capire quando e come usare gli antibiotici.
L’utilizzo eccessivo e scorretto provoca la diffusione di batteri resistenti, chiamati superbatteri e rende quindi più difficile curare le malattie di origine batterica. Sono circa 25mila le persone morte in Europa lo scorso anno per infezioni resistenti.
Oggi in Europa circolano ceppi di batteri totalmente o quasi totalmente resistenti agli antibiotici, con il rischio di doverne fare a meno, a causa di infezioni sostenute da germi resistenti, di trattare infezioni batteriche in corso di trapianti, chemioterapia, chirurgia ortopedica, terapie intensive, ecc.
In Italia il più comune è lo Stafilococco aureus, un batterio che colpisce circa il 25-50% della popolazione. Stessa fascia di percentuale appartiene anche all’Escherichia Coli, che colpisce maggiormente la parte intestinale, e alla Klebsiella che preferisce le vie urinarie. Da tenere presente anche i batteri che vengono contratti negli ospedali, in primis l’Acinetobacter che ha raggiunto ormai la soglia del 50%.
Oltre a i rischi derivanti per la salute, l’utilizzo inappropriato di antibiotici determina anche un eccesso di spesa per il sistema sanitario nazionale SSN.
In conclusione è buona norma potenziamento dei sistemi di monitoraggio, la formazione dei medici di medicina generale, degli specialisti e la promozione di campagne d’informazione alla popolazione sui rischi delle terapie antibiotiche: prendere gli antibiotici solo quando necessario e su prescrizione del proprio medico; non assumerli per curare infezioni virali, influenza e raffreddori non di origine batterica; seguire sempre le dosi e i tempi della terapia per non invalidare gli effetti. Queste poche e semplici regole sono in grado da sole di fare la differenza.

Ida Baiano

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