Dobbiamo prendere atto del fatto che gli “eroi”, così più volte definiti trasversalmente da tutte le parti politiche e non solo, sono già stati dimenticati.
Dimenticati nei fatti, che vanno a sostituire parole evidentemente vuote, con il D.M. 82 del 14/05/2020, ”Decreto Manfredi”. Decenni di sforzi, per portare la nostra professione ai livelli europei e per meglio assistere i cittadini, cancellati in un attimo da un decreto di cui, sinceramente, fatichiamo a capire il razionale. Per non parlare degli atti normativi, come la Legge 26 febbraio 1999, n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie”, solo per citarne una tra tante, candidamente dimenticati.
In poche righe il Ministro Manfredi fa rientrare, con un atto di imperio e non condiviso, una visione medico-centrica e desueta nella quale l’infermiere torna ad essere un medico in miniatura che, come tale, deve essere formato da medici, riportando noi e il Paese indietro di un trentennio circa.
Comprenda, il Ministro, che gli infermieri hanno necessità, non più procrastinabile, di un loro proprio ambito disciplinare, verosimilmente molto più autonomo rispetto all’attuale, nel quale vi siano docenti infermieri di spessore ed in numero adeguato al bisogno.
La deroga al D.M del 7 Gennaio 2019, che questo decreto stabilisce, è un atto dannoso, messo in atto nei confronti della professione infermieristica, che nessuno di noi potrà accettare.
Stiamo parlando di Laurea Magistrale ad indirizzo clinico, di revisione del percorso di laurea di primo livello, di quello dei Master e di competenze avanzate. Lo stiamo facendo da anni in un percorso ad ostacoli.
Questa è la risposta del Governo a quegli infermieri che, nel momento del bisogno, ha definito “eroi”?
L’infermieristica deve essere insegnata da chi la agisce quotidianamente.
Insegnare una disciplina alla quale non si appartiene rappresenterà sempre un limite per il docente stesso, penalizzando il processo di apprendimento dello studente e la costruzione della sua identità professionale. Non si può insegnare ad essere quello che non si è.
“Si possono insegnare tante cose, ma le cose più importanti, le cose che importano di più, non si possono insegnare, si possono solo incontrare (O.W)”.
E’ proprio attraverso questo incontro, fra aspirante infermiere ed infermiere, che dovrebbe fondarsi l’insegnamento della disciplina infermieristica, fra due protagonisti aventi le stesse radici.
Davvero si vuole sostenere che non esistano nella categoria infermieristica professionisti, laureati magistrali, dottori di ricerca o dirigenti, i quali possano ricoprire il ruolo che improvvidamente ed incomprensibilmente si va ad affidare ad esercenti di un’altra professione?
Per quanto sopra siamo a chiedere un immediato ripensamento riguardo quanto decretato.
Un ripensamento che sia operoso e che porti, finalmente, ad una discussione seria e fattiva sull’importanza di mantenere ed implementare al meglio l’ambito disciplinare infermieristico aumentando il numero dei professori, attraverso una seria programmazione, e non sostituendoli, in maniera maldestra ed irrispettosa, con medici, tornando in questo modo a ribadire, indirettamente, un ruolo ancillare dal quale gli infermieri, fortunatamente, si sono distaccati da tempo.
Lo diciamo rispettosamente ma fermamente: Basta con atti unilaterali che portino solo nocumento a quella meravigliosa professione che quest’anno festeggiamo ma che, evidentemente e tristemente, pare valere ancora troppo poco nei fatti agiti da certi rappresentanti della politica.
Maggio 2020
Il Responsabile Comitato Scientifico SIIET – Dr. Enrico Lucenti
Il Comitato Direttivo Nazionale SIIET ed il Collegio dei Revisori dei Conti
Il Presidente SIIET – Dr. Roberto Romano
Allegato
DM n.82 “Modifica requisiti di docenza lauree per Infermieri”
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