La relazione sull’attività svolte nel 2017, presentata al Parlamento lo scorso 12 luglio dall’Autorità garante del Commercio e del Mercato, può suscitare opinioni diverse se vista con interessi che coincidono o meno con il parere stesso dell’Antitrust e soprattutto se seguiranno poi linee politiche precise, dettate da Governo e maggioranza parlamentare rinnovati con le ultime elezioni.
Non è spropositato l’intervento dell’ex senatrice Annalisa Silvestro, contrastando il parere del AGCM in merito alla Legge 03/2018 sul riordino delle professioni sanitarie.
Fa bene a dare giudizio per diversi motivi; e queste mie parole vanno a supporto come una mano tesa a proteggere quel vaso da lei definito di coccio in mezzo a tanti d’acciaio. Il mio auspicio è che una serie di interventi e riflessioni, portino sostegno alla riforma Lorenzin da parte di tutti i miei colleghi, sollevando la giusta attenzione su un tema che nonostante le difficoltà, attraversando un percorso tortuoso, ha raggiunto un traguardo storico e che il risultato potrebbe essere cancellato facilmente.
Prima di tutto intendo evidenziare che non è chiaro perché il Presidente dell’AGCM Giovanni Pitruzzella, a fine mandato, in una relazione del 2017, debba intervenire su una legge del 2018 che poteva benissimo lasciare quest’anno, nelle mani di un’Agenzia con le nomine aggiornate.
Leggendo inoltre la relazione è chiara la critica sul percorso, durato cinque anni per approvare la legge, però, senza entrare nel merito delle tante difficoltà incontrate durante l’iter e vale la pena elencarle per apprezzare la volontà del legislatore di ottenere un risultato soddisfacente. Dapprima si sono incontrate varie contrapposizioni tra le professioni coinvolte ed è stato un lavoro lungo per riuscire a soddisfare le esigenze di tutti.
Non meno influente è stato il contrasto della categoria medica nel vedere tali professioni nel passaggio da un sistema collegiale a un sistema ordinistico; non tralasciamo neanche il dibattito politico tra forze parlamentari contrapposte.
Equo compenso
Nel concludere su questa relazione, vorrei spendere due parole su un altro tema presente nel testo e che coinvolge milioni di lavoratori.
In particolare nel settore sanitario conta tra i 15 mila e i 20 mila infermieri autonomi (dati presi dalla ragioneria di Stato riferiti all’anno 2016); senza contare quindi tutte le altre professioni sanitarie a partita IVA.
L’Agenzia dell’Antitrust è più volte intervenuta in disaccordo lo scorso anno sul Decreto Fiscale e la Legge di Bilancio 2017 con l’introduzione dell’equo compenso che disciplina le tariffe minime garantite per tutti i professionisti, precedentemente abolite e che avevano portato a una gara al ribasso, a una mercificazione della dignità professionale e a discapito della qualità delle prestazioni, tenendo a sottolineare quanti committenti e cooperative sfruttano ancora oggi l’assistenza infermieristica come ad esempio eclatante è il caso delle società private di ambulanze su tutto il territorio nazionale. Su questi, nel 2015 avevo denunciato con un documento sottoscritto insieme ad altri colleghi di tutte le Regioni e successivamente presentato in Parlamento, tariffe improponibili di 3,30 €/h tenendo conto delle responsabilità di cui l’infermiere si fa carico durante gli interventi di 118 assumendo il ruolo di pubblico ufficiale nella compilazione e sottoscrizione delle schede di soccorso, poi rilasciate presso il pronto soccorso come parte integrante della cartella clinica del paziente trasportato.
Quindi, se è vero che l’AGCM tiene a tutelare i consumatori e tanto di buono fa nella vigilanza dei mercati, pur spingendo con obiettivo specifico la liberalizzazione del libero mercato e ritenendo importante lo strumento dei costi dei servizi e delle prestazioni, non può non considerare doverosa la tutela di chi è professionista ed ha obblighi di formazione continua per assicurare le migliori e più aggiornate prestazioni, nel nostro caso di cura ed assistenza.
Come ho già scritto è necessario mantenere l’attenzione su questi passaggi che potrebbero essere intercettati dalle forze di Governo che lo scorso anno votarono contro i provvedimenti ed avendo ora una maggioranza schiacciante potrebbero facilmente mettere mano a questi risultati della passata legislatura, senza tenere conto delle criticità secondarie.
Alessandro Rullo
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