Non sembrano placarsi le polemiche in Sardegna in seguito al trattamento privilegiato riservato al regista Roberto Benigni, vittima di una caduta in gommone durante la sua vacanza estiva.
«Roberto Benigni trattato come un paziente privilegiato» denuncia Marco Tedde, consigliere regionale di Forza Italia.
Dopo il corteo di medici e dirigenti ospedalieri che si è presentato in visita di cortesia al comico toscano, intralciando il lavoro del personale del reparto di Ortopedia delle cliniche universitarie di Sassari, un fatto ancora più insolito sarebbe accaduto.
In conclusione del tanto discusso ricovero per il trauma subito, sarebbe stato organizzato un trasferimento in ambulanza assolutamente straordinario.
Un trasferimento in autolettiga fin sotto il jet-ambulanza in attesa sulla pista di Alghero, con tanto di lenzuola alzate dal personale per proteggere la privacy dell’attore.
Un manipolo di professionisti sanitari dipendenti dell’ospedale avrebbe accompagnato il premio Oscar dalla camera di degenza fino all’ambulanza diventando vere e proprie paratie umane.
Utilizzando altrettanti lunghi teli bianchi, avrebbero coperto la celebrità muovendosi all’unisono insieme alla barella, impedendo così ai fotografi di poter scattare una foto.
Alla partenza del mezzo verso l’aeroporto, hanno fatto seguito un’automedica del 118 ed un autoblu per trasportare la moglie.
Il caso nasce anche dalla «visita di cortesia fatta dal direttore generale Antonio D’Urso e da quello sanitario Orrù. Scortati da un codazzo di medici e funzionari, hanno bloccato il reparto di Ortopedia per rendere omaggio al premio Oscar Roberto Benigni ricoverato per un infortunio dovuto ad una caduta in barca».
Secondo quanto sostenuto Tedde, «il manager ha certificato che nell’Aou di Sassari ci sono ammalati di serie A e ammalati di serie B. A meno che non sia uso accogliere nello stesso modo tutti gli ammalati ricoverati presso l’azienda ospedaliera universitaria. Ma ne dubitiamo».
«Piuttosto che parlare col simpaticissimo Benigni di Johnny Stecchino e della sua interpretazione della Divina Commedia, bene avrebbe fatto il direttore ad impegnare il suo prezioso tempo a lavorare per ridurre le liste d’attesa, che oggi ci raccontano che per una mammografia occorre attendere 255 giorni, per una ecografia all’addome 235 e per una tac 127 – attacca Tedde – E per risolvere il problema della carenza di personale e delle stabilizzazioni che stentano a vedere la luce»
Simone Gussoni
Fonte: Il Gazzettino
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