Due soluzioni tra sanità d’iniziativa e collaborazione Unifi-Regione. Ne parla Fabio Valente, coordinatore dell’Osservatorio Giovani dell’Ordine interprovinciale toscano.
Due iniziative per offrire a infermieri e infermieri pediatrici neolaureati specifici percorsi d’inserimento nel mondo del lavoro. È quanto sta elaborando l’Osservatorio Giovani di Opi Firenze-Pistoia con l’obbiettivo di far sì che il patrimonio di conoscenze e competenze dei neolaureati toscani non si disperda ma, anzi, rimanga legato a doppio filo al territorio.
«Siamo convinti che sia necessario offrire nuove strade agli infermieri, soprattutto ai neolaureati – spiega Fabio Valente (foto), coordinatore dell’Osservatorio –. Servono strumenti di continuità perché i neolaureati non vedano come unica chance i concorsi che spesso li costringono a lasciare la regione. E questo può essere fatto solo creando occasioni d’inserimento veloce e immediato, capaci al contempo di rispondere ai bisogni e ai servizi che il cittadino richiede».
I progetti sono due. Il primo viaggia sul binario della sanità d’iniziativa, con l’obbiettivo di portare l’infermiere nelle scuole: una figura che faccia sia assistenza diretta che educazione ai corretti stili di vita. Il secondo riguarda la creazione di una piattaforma condivisa da Università di Firenze e Regione Toscana che punti a formare i laureandi con competenze precise in base al bisogno assistenziale presente in quel momento in una specifica area.
«La figura dell’infermiere nelle scuole esiste già in Europa e in alcune zona d’Italia – spiega Fabio Valente – e parte da un dato rilevante: l’aumento di bambini cronici». A scuola, l’infermiere si occuperebbe di assistenza infermieristica, ma anche di cultura della salute, educando i più piccoli ai corretti stili di vita, fino a diventare docente: «Questo permetterebbe di agire sull’empowerment del paziente, stimolando i bambini a curarsi e riducendo l’impatto assistenziale sul territorio».
Il progetto è stato ideato. Adesso iniziano i passaggi per costruire il percorso che permetta ai neolaureati di sviluppare le proprie competenze nelle scuole. «Creeremo un documento da presentare prima al Provveditorato e poi alla Regione – chiarisce Valente –. Prima faremo un’indagine statistica sui bambini cronici presenti in Toscana, così da individuare il numero adeguato di infermieri per comprensorio scolastico».
Il secondo progetto è un’idea che non ha precedenti: creare una piattaforma che metta in rete Università di Firenze e Regione Toscana, per creare percorsi formativi modellati sulle necessità del territorio. «Secondo l’Ordine è cruciale avere un piano d’indirizzo già nel momento della formazione – spiega Valente –. Da qui l’idea di creare una piattaforma condivisa per l’assunzione di personale nelle aziende sanitarie o negli studi associati accreditati dalla Regione Toscana».
In pratica, attraverso la piattaforma, l’azienda o lo studio potrebbero comunicare all’ateneo di quali professionisti c’è più urgenza. E l’Università potrebbe così preparare gli studenti, durante l’ultimo tirocinio, nell’area o nelle aree indicate, formando quindi un professionista già pronto ad essere accolto nel mondo del lavoro. Un progetto strutturato in base al reale fabbisogno, con vantaggi sia per i professionisti che per i cittadini.
«In questo modo potremmo facilitare e accorciare i tempi di inserimento dei giovani, senza rischiare di perdere il patrimonio di conoscenze rappresentato dai neolaureati – conclude Valente –. Un percorso modellato sulle necessità dei cittadini in cui l’Università interviene durante gli ultimi mesi di formazione». Un’idea innovativa a livello nazionale, che potrebbe dare risposta al ben noto problema della carenza infermieristica.
Redazione Nurse Times
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