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Infermieri nel carcere di Bari, risoluto intervento dell’IPASVI di Bari

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infermieri carcere
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Un articolo apparso in cronaca di Bari sul quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” sabato 22 c.m.  dal titolo: “Carcere, la Asl: pronti a dare i servizi alle cooperative sociali” non passa inosservato per il Collegio IPASVI di Bari.

Il quotidiano riporta in evidenza le lamentele espresse da alcune Organizzazioni Sindacali secondo cui, l’attività professionale degli Infermieri in servizio al Carcere è fortemente penalizzata da una serie di criticità tra cui si evidenzia, la scarsità e inadeguatezza del materiale sanitario necessario per le attività di assistenza e cura degli ospiti detenuti; l’assenza di dispositivi di protezione individuali e carenze organizzative.

Il presidente del Collegio di Bari, Andreula,  dopo una breve intervista agli Infermieri in disponibilità del Carcere, prende carta e penna e riprende, nero su bianco, con una nota raccomandata tutte le criticità emerse dai racconti.

Il quadro che emerge è decisamente preoccupante, riprendiamo alcune delle valutazioni espresse dal Collegio e rivolte con raccomandata, alla Direzione strategica della ASL oltre che ai Carabinieri del N.A.S. con invito a (omisis … mettere “a norma” l’organizzazione del servizio delle prestazioni di assistenza infermieristica nella casa circondariale per evitare il perdurare di una situazione ad “alto rischio” per il benessere degli ospiti e  della corretta attività professionale in capo agli Infermieri…)

Queste le valutazioni espresse:

  1. E’ decisamente persistente uno stato critico di definizione organizzativa del personale Infermieristico che è configgente, per le ragioni che seguono, con l’attuale ordinamento in materia di organizzazione dei servizi infermieristici, tutela del rischio clinico e corretto esercizio professionale dell’attività sanitaria di Infermiere. Infatti l’attuale assetto organizzativo si avvale di tre unità di Infermieri Generici transitati, per effetto del DPCM 1/4/2008, dall’amministrazione penitenziaria alle dipendenze del SSN.
  2. E’ di tutta evidenza che le unità di personale Infermieristico generico, inquadrato CONTRATTUALEMENTE nell’ambito del solo livello economico, per effetto del DPCM 1/4/2008 nella categoria D, conferma il titolo di Infermiere generico nell’ambito dell’attività cui destinato con esclusività nell’esercizio professionale delle prestazioni indicate dal DPR 225/74 – titolo V  art.  6 (Mansioni dell’Infermiere generico). Le testimonianze, alcune documentali, evidenziano invero che il personale infermieristico generico viene impegnato in attività professionali di competenza dell’Infermiere (DPR 739/74) per il cui esercizio professionale è prescritto il possesso della laurea in infermieristica. E’ altresì di palese evidenza che l’impiego di personale infermieristico generico in attività sanitarie che comportano il possesso di un titolo abilitante configura il reato di esercizio abusivo di professione sanitaria (art. 348 c.p.)  Vi è più che i turni di servizio del personale ed il coordinamento delle attività degli Infermieri viene svolto dal Sig. F. De T. (infermiere generico) che non ha nessun titolo a svolgere funzioni non solo di Infermiere ma anche di coordinamento delle funzioni.
  3. L’assegnazione di personale infermieristico per la copertura delle necessità sanitarie della casa circondariale non risponde a nessun criterio razionale poiché effettuata in via estemporanea; senza nessuna forma organizzata o regolamentata; senza le prescrizioni di legge in materia di “mappatura del rischio clinico”. Infatti alcune unità di personale dipendente (alcuni con contratto a tempo determinato, altre con contratto a tempo indeterminato) in sevizio in altre unità operative della ASL, sono saltuariamente e senza nessun criterio “logico”  assegnate in servizio alla casa circondariale.
  4. Le poche unità di personale infermieristico in assegnazione alla Casa circondariale (quattro unità), affiancate da alcune unità con contratto prestazionale libero professionale (due unità), sviluppano un orario di servizio (documentato dai turni) con un’incredibile carico di lavoro straordinario abbondantemente configgente con i limiti contrattuali e  le normative in tema di orario di lavoro.     

Conclude la nota :

omissis … Corre l’obbligo di confermare la piena disponibilità di questo Ente nel contribuire alla definizione di un corretto modello organizzativo di cure infermieristiche nel rispetto delle norme di riferimento e della specificità della casa circondariale di Bari.

L’attenzione della NurseTimes sulla vicenda “inquietante” resta alta.

Randolfi Massimo

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