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Infermieri In Cambiamento: le 5 “i” della crisi d’identità

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Infermieri In Cambiamento: le 5 “I” della crisi d’identità
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Raffaele Varvara, fondatore del movimento, analizza le cause della “patologia” che a suo parere affligge la categoria.

Da pochi giorni si è insediata la Consulta delle professioni sanitarie. L’occasione è buona per un confronto aperto tra le professioni, per dissipare le ultime polemiche sulla questione delibera Veneto e per dare un impulso alla politica nazionale, così da riconfigurare un Ssn sulla base di modelli organizzativi adeguati ai nuovi bisogni di salute.

L’auspicio per la nostra professione è di non fare la parte del vaso di coccio tra i vasi di ferro. Purtroppo, anche se al tavolo della Consulta rappresentiamo il gruppo professionale più numeroso, siamo estremamente deboli poiché, come corpo professionale, risentiamo di estremi frammentazioni al nostro interno. Praticamente siamo un gigante malato, affetto da una crisi di identità davvero difficile da curare. Quali proposte credibili possiamo portare al tavolo della Consulta, se prima non curiamo questa crisi di identità interna?

La crisi di identità la definiamo come l’incapacità del nostro corpo professionale di autodefinirsi nel suo ruolo e nella sua funzione. Se in un precedente articolo avevamo illustrato i tratti della “patologia”, adesso analizziamo le cause, che riassumiamo nelle 5 “i”:

Ignoranza: a tutti i livelli delle basi normative (chi è l’infermiere, secondo le leggi?), disciplinari (che cos’è l’infermieristica?) e metodologiche (come si fa l’assistenza infermieristica?).
Inconsapevolezza: delle catene che questo sistema ci applica, rendendoci servi e inconsapevoli di esserlo (vedi qui).
Incompetenza: di chi non riesce a pensare e a mettere in atto un infermiere diverso dal passato e proiettato al futuro.
Indifferenza: di chi preferisce una serena e rassicurante servilismo al sistema, piuttosto che una libertà percepita come pericolosa.
Inadeguatezza: dei nostri valori, della cultura professionale, del nostro essere professionisti, rimasti fermi a trent’anni fa, mentre la società cambia rapidamente; stare fermi quando il mondo va avanti vuol dire tornare indietro ed essere inadeguati.

Tanti giovani colleghi stanno capendo che, se non interveniamo, queste 5 “i” porteranno a conseguenze atroci. Urge un piano di assistenza intensivo, al quale ciascuno deve dare il suo contributo, come stiamo facendo noi e come sta facendo il gruppo facebook “Infermieri Uniti”, che intende organizzare una manifestazione spontanea di infermieri esausti da tutto quanto scritto.

Vi siamo vicini, cari colleghi di “Infermieri Uniti”, e rilanciamo dicendo che la manifestazione è necessaria, ma non sufficiente per curare quelle 5 “i”. Ci vuole qualcosa di più grande, un progetto che studi nei minimi dettagli come fare questa rivoluzione culturale e che si realizzi sul lungo termine. Una cosa è certa: c’è fermento! Restiamo sintonizzati e #salviamolaprofessione.

Raffaele Varvara
Fondatore di Infermieri In Cambiamento

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