L’Infermiere, in virtù della sua specifica visione professionale, ha nelle sue corde la capacità di osservare il cambiamento della società e di poterlo anticipare. Tuttavia, questo privilegio, lo utilizza spesso in maniera specifica e senza avere la forza di incidere realmente, se non nel caso singolo.
In questo frangente storico, dove ogni professione attraversa il suo periodo di crisi, vi sarebbe la possibilità di compiere quell’ulteriore passo fuori dagli schemi tradizionali provando ad invadere un campo che raramente ci ha visto protagonisti: la politica.
Alle ultime elezioni politiche del 2013 gli eletti in Parlamento furono 5, superando i Farmacisti (4) con un distacco netto rispetto alla professione medica (43). Tutte le professioni sanitarie erano rappresentate da 73 eletti, un numero decisamente inferiore rispetto a quella degli avvocati (110).
Non sono noti i dati di Infermieri eletti ai livelli istituzionali inferiori, Regione e Comuni (le provincie elettive sono state soppresse), ma possiamo sicuramente vantare almeno un Sindaco (Volterra).
Insomma, da questi numeri appare evidente come l’impegno politico da parte degli Infermieri sia probabilmente sottostimato ma rimane comunque una percentuale irrisoria rispetto agli oltre 400mila professionisti operanti nel nostro Paese.
Il peso elettorale di 400mila persone equivale ad 1 punto percentuale, che anche se apparentemente può sembrare irrisorio nel panorama politico, esso rappresenta spesso la differenza tra un elezione vinta o persa. Se ai 400mila professionisti ci mettiamo anche un minimo di 4 persone che potrebbero essere convinte a votare un immaginario “partito degli infermieri” ecco che il peso elettorale diverrebbe quasi capace di superare i quorum previsti in molti testi di legge elettorali compreso il tanto discusso Italicum.
Mantenendo il focus sulle ultime elezioni politiche del 2013, facendo un’analisi basata esclusivamente sul totale dei voti ricevuti e la percentuale nazionale, si scoprono dati molto interessanti.
Ad esempio, il Centro Democratico, alleato nella coalizione guidata dall’allora Segretario del PD Pierluigi Bersani, con lo 0,43% e 167700 voti portò alla Camera 6 eletti, Nell’altro campo, Fratelli d’Italia, con “appena” 666035 voti ed una percentuale del 1.95% fece salire il numero di eletti a 9.
Questi numeri sono ovviamente poco significativi in un alveo di votanti variegato come la nostra professione rappresenta. E’ pressoché impossibile, oltre che non auspicabile, avere 400mila professionisti che votano tutti in un’unica direzione.
Diventa invece dirimente, anche per il nostro futuro, riuscire a stimolare la voglia di partecipazione da parte degli Infermieri alla vita politica del Paese.
L’impegno politico, che potremmo ribattezzare in impegno civico, non ha la valenza di ottenere “poltrone” per poter contare nelle stanze istituzionali (la recente elezione della ex Presidente Nazionale, Sen. Silvestro, non ha portato particolari valori aggiunti) ma sviluppare una coscienza che sappia confrontarsi sui diversi temi che la nostra società sta affrontando ma soprattutto che dovrà affrontare.
La sensibilità professionale che sviluppiamo nel essere capaci di assistere i nostri pazienti, potrebbe essere messa al servizio anche della società in senso lato, contribuendo ad elevare il confronto democratico.
Occuparsi di Politica non significa cimentarsi all’interno della bagarre elettorale, l’esempio dei militanti radicali è esemplare ovvero la capacità di occuparsi di temi politici indipendentemente dalle elezioni, ma ha il suo fulcro nel sapere che ogni azione che compiamo nel quotidiano ha un risvolto politico.
Perché parlare di Politica nel momento più difficile?
Perché, come per la nostra classe professionale, è proprio il periodo di crisi che può cambiare le sorti del nostro futuro. Partecipare oggi alla vita pubblica del Paese ha un significato profondo, dove ogni cittadino mostra la sua volontà a non arrendersi. Le percentuali di voto delle ultime Elezioni Regionali hanno evidenziato non il distacco dalla politica ma la disaffezione da questa classe dirigente, che rinnova se stessa senza rinnovare il sistema.
Come ebbi a dire ad un recente intervento ad un convegno politico, non è vero che i cittadini italiani non partecipano alla vita pubblica, ne sono l’esempio le attività di volontariato, l’impegno nei comitati cittadini, l’impegno sindacale. I cittadini hanno scelto le azioni concrete al pensiero.
Questo, se da un lato non posso che compiacermi dei miei connazionali che lottano per non lasciare nulla di intentato, dall’altro mi preoccupo nel vedere i miei colleghi spesso disincantati o peggio rassegnati di fronte ad un cambiamento che non avviene.
SII IL CAMBAMENTO CHE VUOI VEDERE NEL MONDO
diceva il Mahatma Gandhi
Dunque è necessario che gli Infermieri prendano coscienza del loro valore “morale” che ritengo possa essere tra i tasselli decisivi per risollevare le sorti del Paese e farlo uscire da una crisi che non è solo economica ma soprattutto Culturale. Gli Infermieri hanno il dovere di mettere al servizio di tutti i cittadini non solo il loro saper fare ma soprattutto il loro “saper essere” e impegnarsi per costruire la società di domani.
E’ tempo che usciamo dal guscio comodo in cui ci hanno messo, convinti che l’impegno quotidiano sul posto di lavoro sia sufficiente, è necessario un cambio di passo anche in questa direzione, perché come professione intellettuale abbiamo il dovere di rendere le nostre idee accessibili a tutti, perché il valore sociale di una professione si misura anche nella capacità di stare in mezzo alla gente.
Infermieri e politica si sono annusati per tanto tempo, con diffidenza reciproca e spesso in contrasto. Questo momento storico ci da la possibilità di giocare il nostro sapere anche su questo terreno.
Sono certo che molti, al termine di questa lettura, si chiederanno come sia possibile dedicare tempo “a babbo morto” alla politica quando siamo sottoposti a turni massacranti che devono conciliarsi con la vita di tutti i giorni.
Io non ho la risposta, posso solo dire che da molto tempo ho maturato la convinzione che sia possibile.
Piero Caramello
Infermiere, Consigliere IPASVI Firenze, Consigliere Comunale.
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