Anche questo 2019 sta finendo, un anno di molti bassi e pochi alti per la nostra professione; sostanzialmente un anno di tante chiacchiere e di pochi risultati, oserei dire unica nota positiva lo sblocco dei concorsi con molti posti messi a bando in quasi tutte le regioni, ma oltre questo poco o nulla
Un gran parlare di competenze avanzate e di intramoenia per la professione infermieristica. Ma più che qualcosa di concreto un semplice e fastidioso chiacchiericcio senza alcuna certezza, ne tanto meno senza nulla di veramente positivo per i professionisti infermieri.
Argomento questo che ho affrontato in precedente articolo (VEDI articolo) e che senza i dovuti presupposti rischia di divenire addirittura dannoso per gli interessi degli infermieri.
Molti, troppi gli attacchi provenienti dalla classe medica nei confronti degli infermieri, alle volte davvero di cattivo gusto, capaci di rasentare l’offesa se non proprio la diffamazione.
Purtroppo però le reazioni che FNOPI ha detto di aver messo in campo anche da un punto di vista legale, non sono emerse come avrebbero dovuto. Speriamo che le stesse arrivino a conclusione, così potremo finalmente vederne la portata.
Personalmente non mi piace criticare l’operato del nostro ordine, ma debbo purtroppo dire che in questo anno si è lavorato troppo in silenzio e molte cose non sono poi arrivate al grande pubblico degli infermieri. Questo sicuramente non ha facilitato il rapporto tra i professionisti e l’ordine…e francamente me ne dispiace molto perché credo sia giusto riconoscere i meriti di chi ci rappresenta così da poterli sostenere a dovere.
Alla fine di questo anno ed avvicinandoci al prossimo che vedrà l’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Florence Nightingale e la bellissima iniziativa dell’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ di dichiarare appunto il 2020 ANNO MONDIALE DELL’INFERMIERE credo sia giusto ed utile che anche il nostro paese partecipi fattivamente al rilancio della figura dei professionisti infermieri.
In che modo però? Credo che inanzi tutto debba essere il nostro ordine a mettersi in prima fila convocando al più presto, meglio se nei primi mesi del prossimo anno (febbraio, al massimo marzo) gli stati generali dell’infermieristica Italiana; una sorta di assise operativa cui invitare tutti:
- le società scientifiche,
- le associazioni di infermieri,
- le riviste in campo infermieristico,
- i sindacati,
- il ministero della salute
- …ed ogni altra possibile rappresentanza della professione, da cui far uscire finalmente una lista delle problematiche che affliggono ormai da troppo tempo la nostra professione ed una sorta di crono programma di interventi scadenzati e sequenziali per portare finalmente a soluzione la questione infermieristica.
Sono cosciente che per la FNOPI il prossimo sarà un anno impegnativo che porterà a sua conclusione anche le elezioni per gli organi dirigenti della federazione e degli OPI provinciali; ma sono altrettanto cosciente che sarebbe per tutti utile, anche in vista di questo evento, finire l’anno con il botto, portando a casa qualche risultato concreto e magari recuperando quel terreno che apparentemente si è perso strada facendo.
Quale occasione migliore come l’anno mondiale degli infermieri per fare ciò che è necessario per tutta la professione, ma non solo, anche e sopratutto per i nostri cittadini che meritano una assistenza infermieristica di qualità ed ancora troppo marginale se non negata nei fatti a tutti.
Si dovranno assumere infermieri per portare quel famoso rapporto 1/6 negli ospedali che la letteratura ci ha dimostrato essere idoneo ad evitare errori e morti per mancata assistenza; per implementare realmente e non solo sulla carta l’infermieristica territoriale con l’infermiere di famiglia, con servizi territoriali di prossimità e proattivi, capaci di intercettare i bisogni di salute dei cittadini; la prevenzione, gli infermieri nelle scuole.
Insomma tutto ciò di cui si parla, ma non vede mai la luce!
Questo noi chiediamo alla nostra FNOPI; di ascoltare tutti e di mettersi a capo di una armata di 500mila professionisti determinati a vedere finalmente riconosciuta e valorizzata sotto tutti i punti di vista la loro infinita potenzialità.
In fondo siamo stati capaci silenziosamente e con grande sacrificio in questi anni bui e tristi di mantenere su una linea di galleggiamento certamente non ottimale, ma comunque utile il nostro SSN. Noi per non lasciare i nostri assistiti abbiamo sacrificato tutto il sacrificabile ed anche di più, finanche la nostra dignità professionale. Abbiamo dato, a scapito delle nostre famiglie e dei nostri affetti, a scapito persino della nostra salute. Ma ora basta, è arrivato il momento di essere considerati ed apprezzati, ma sopratutto ascoltati.
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PORTARE A SOLUZIONE LA QUESTIONE INFERMIERISTICA ed a capo di tutto questo ci deve essere il nostro ordine PROFESSIONALE.
Spetta a lui anche da un punto di vista istituzionale, prendere in mano la professione e proiettarla verso il futuro radioso. Ci vuole coraggio e consapevolezza.
Serve, in quest’ultimo anno di mandato ed in questo anno mondiale degli infermieri uno scatto, un cambio di passo.
Anche i sindacati dovranno fare la loro parte. Impossibile infatti immaginare di rinnovare il contratto già scaduto alle condizioni del precedente. Gli infermieri vogliono un’area di contrattazione separata, vogliono riconosciuta a livello contrattuale e salariale la loro peculiarità, la loro infungibilità, la loro professionalità, le loro competenze e il grande spirito di sacrificio profuso per tenere a galla il sistema.
BASTA CON CONTRATTI FARLOCCHI CHE ELARGISCONO MANCETTE E NON RISOLVONO I PROBLEMI DELLA CATEGORIA!
Si faccia un contratto dignitoso e si metta al centro di questo la figura infermieristica appunto con un’area di contrattazione autonoma e separata .
Il governo e la politica devono essere in grado di agire su due fronti per gli infermieri, ma sopratutto per i nostri cittadini:
- trovare le risorse per dare un contratto dignitoso ed equo;
- cambiare il paradigma del sistema salute.
Basta con il solito autoreferenziale curare una malattia; iniziamo a prenderci cura delle persone che sono poi in definitiva i nostri cittadini, i nostri amici, i nostri parenti, le persone che incontriamo andando a lavorare e sopratutto quelli che vi mettono sulle vostre comode poltrone con il loro voto.
Angelo De Angelis
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