Un ennesimo episodio di violenza è stato registrato ieri mattina presso l’Ospedale del Mare di Napoli. Un infermiere in turno è stato preso a pugni riportando una prognosi di 7 giorni per le lesioni subite.
La particolarità è data dal fatto che l’aggressore, al contrario delle altre centinaia di episodi denunciati nel corso dell’anno 2019, non è stato un paziente o un famigliare, bensì un collega della stessa vittima.
La vicenda è stata denunciata dall’Associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, che regolarmente riporta le aggressioni subite dal personale sanitario campano.
Secondo quanto ricostruito, la causa dell’episodio di violenza tra colleghi sarebbe da ricercare in uno stato di forte stress. Infatti, come specificato dal giornale “Il Mattino”, non vi sarebbero mai stati precedenti episodi tali da giustificare questa scazzottata.
Pochi minuti dopo il fattaccio, è stato chiamato in reparto lo psichiatra reperibile, che ha verificato direttamente lo stato di emotività presentato dall’infermiere. Dall’analisi del medico sarebbe emerso come l’aggressore si trovasse in una condizione di forte stress dovuto ai turni di lavoro estenuanti, resi ancora più difficili dal periodo natalizio.
Il dipendente aveva già chiesto più volte il trasferimento dall’unità operativa, non venendo però mai ascoltato dalla direzione. Certificato il suo stato di alterazione psichica, ha ottenuto un periodo di malattia di 7 giorni.
Il collega ferito è stato invece sottoposto ad un breve ricovero e sottoposto ad una TAC, che ha scongiurato qualsiasi tipo di complicanza.
A tal riguardo è intervenuto il noto sindacalista napoletano Giuseppe Alviti, leader della Federazione nazionale Lavoratori diritti degli ammalati che ha dichiarato quanto segue:
“È un fatto di una gravità assoluta. Dovrebbe essere rimosso il caposala e il dirigente medico del pronto soccorso. Ci aspettiamo dal direttore Generale Ing. Verdoliva la massima celerità nel rivoluzionare l’intero settore del pronto soccorso, affidando ad altri validi professionisti la direzione medica e infermieristica, punendo tra l’altro in maniera esemplare l’esecutore dell’aggressione, per il bene dei diritti essenziali degli ammalati”.
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