Il Tribunale di Terni con la sentenza n. 289/2021 dovrà risarcire un’infermiera dell’Azienda Ospedaliera “Santa Maria”. La sentenza che avrà effetti diretti sulla ricorrente, riguarda circa 9.000 turnisti umbri.
È dal lontano 2007 la UILFPL di Terni intraprese una battaglia al fianco di infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici della sanità; il tempo di vestizione-svestizione doveva essere retribuito. Il Giudice del Lavoro di Orvieto, a suo tempo, appoggiò tale richiesta, ma l’ASL Umbria 2, secondo una nota di UILFPL, riuscì, nel 2012, a ribaltare la situazione: la Corte di Appello di Perugia, infatti, riformò la Sentenza di Orvieto. La UILFPL tuttavia non si arrese, e si spinse fino alla Corte Suprema di Cassazione.
Dalla sentenza 3901/ 2019 della Corte Suprema di Cassazione si apprende che “in materia di orario di lavoro, nell’ambito dell’attività infermieristica, il tempo di vestizione-svestizione dà diritto alla retribuzione, trattandosi di un obbligo imposto dalle superiori esigenze di sicurezza ed igiene, riguardanti sia la gestione del servizio pubblico sia la stessa incolumità del personale addetto”.
Il pronunciamento della Corte Suprema di Cassazione, di fatto, si dimostrava favorevole ai lavoratori, e alle tesi di UILFPL.
“Le Aziende ritenevano che il diritto fosse insussistente”
“Così – afferma Gino Venturi, Segretario Generale UILFPL di Terni – nel 2020 la UILFPL tentò soluzioni conciliative con l’Azienda ASL Umbria 2 e il ‘Santa Maria’ di Terni, presso l’Ispettorato del Lavoro”. Nessuna risposta positiva, in tal senso, sarebbe mai pervenuta. “Le Aziende – continua Venturi – ritenevano che il diritto fosse insussistente“. Pertanto, tramite l’avvocato Maurizio D’Ammando, vennero incardinate cause in diversi Tribunali dell’Umbria.
Secondo il Tribunale di Terni il “Santa Maria” deve riconoscere 3.876 euro all’infermiera. L’Azienda Ospedaliera, inoltre, provvederà anche a saldare le spese legali della controparte.
Adesso – sostiene il Segretario Generale UILFPL di Terni – è importante che ciascun lavoratore avvii la propria procedura per bloccare la prescrizione quinquennale”, dal momento che “l’indennità del cambio di divisa”, riguarderebbe gli ultimi cinque anni “a partire dal momento in cui presentiamo la sentenza o la richiesta di conciliazione”.
Così moltiplicando per novemila potenziali richiedenti l’importo che il “Santa Maria” di Terni è tenuto a saldare, secondo i calcoli di UILFPL, è di decine di milioni di euro.
Redazione Nurse Times
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