Nel Paese asiatico preoccupa la diffusione della mucormicosi, anche se l’infezione non è direttamente correlata alla pandemia.
Ancora guai per l’India, dove preoccupa l’aumento dei casi di mucormicosi, un’infezione rara e talvolta letale, popolarmente conosciuta come “fungo nero”. Di solito se ne registrano poche decine di casi all’anno, ma ora è stato rilevato un aumento nei pazienti Covid, quando sono affetti da altre patologie, in particolare il diabete e le sue complicanze. Sebbene possa comparire nei soggetti affetti da coronavirus, comunque, è un’infezione precedente alla pandemia e non vi è direttamente correlata.
Le autorità indiane hanno finora rilevato un totale di 8.848 casi e, visto il rapido aumento dell’incidenza, il governo sta inviando il farmaco amfotericina B agli Stati più colpiti, come ha annunciato il ministro Sadanand Gowda, sul suo account Twitter. Le infezioni, con un tasso di mortalità intorno al 50%, sono concentrate principalmente negli Stati occidentali di Gujarat e Maharashtra, dove ne sono state diagnosticate rispettivamente 2.281 e 2.000. Proprio la regione costiera del Maharastra, la cui capitale è Mumbay, è stata anche la più colpita dalla seconda ondata di coronavirus.
Redazione Nurse Times
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