Editoriale di Ivan Cavicchi pubblicato su “Il fatto quotidiano” in cui si riprende la questione dell’incompatibilità dei senatori in quanto anche presidenti di ordini professionali. Tra questi la ex presidente nazionale della Fnc Ipasvi Annalisa Silvestro.
Incompatibilità dei senatori, un’altra brutta figura per la nostra sanità
Un’altra brutta figura delle istituzioni pubbliche, ancora una prova della scarsa onorabilità degli onorevoli: la Giunta per le elezioni del Senato, sollecitata da tempo dall’Autorità contro la corruzione (applicazione della Legge Severino) si è pronunciata sui casi di incompatibilità di alcuni senatori presidenti anche di collegi e di ordini professionali. Alla faccia di quello che ha detto ufficialmente l’Anac per la quale vi erano gli estremi di incompatibilità, per il Senato tutti sono compatibili. Per cui i senatori anche presidenti di ordini professionali possono votare politiche e provvedimenti contro le professioni (demansionamento, precarizzazione, blocchi dei contratti, turn over etc..) e nello stesso tempo rappresentare le stesse professioni negli ordini e nei collegi.
Le professioni evidentemente sono tanto sprovvedute da non rendersi conto della madornalità della faccenda, nel gioco multitasking si bara sulle regole: le professioni sono gabbate a monte perché nessuno le difende e a valle perché nessuno protesta.
Non voglio commentare le furbate di queste persone, (chi si è cautelato rinunciando “volontariamente” alle cariche presidenziali, altri dopo le delibere dell’Anac hanno modificato gli statuti degli ordini per non rientrare nelle fattispecie di incompatibilità), desidero invece riflettere sulla cattiva coscienza che in alcuni casi non solo pretende che i suoi giochi di potere siano legittimati ma anche che vi sia rispetto se non ammirazione.
La dichiarazione che riporto, a mo di esempio, sono della Senatrice Silvestro da poco ex presidente dell’Ipasvi ed è stata fatta all’indomani della decisione della giunta del Senato:
“Sono stata eletta senatore quando ero già presidente della Federazione Ipasvi ed è stata una scelta fatta, voluta e che ha avuto ampio consenso, per dare spazio e voce in un’Alta Istituzione alla professione infermieristica. Ora, la decisione della Giunta del Senato conferma coerentemente quella scelta e mette fine al fuoco incrociato di quei detrattori che per scopi non certo di trasparenza, visti i presupposti delle nomine, ma evidentemente solo di opportunità politica e personale, hanno gettato fango su persone assolutamente corrette sia dal punto di vista etico, sia dal punto di vista professionale.”(QS 1 aprile 2015)
A parte la stupidaggine di dar voce in parlamento agli infermieri che fino ad ora hanno ricevuto solo calci in bocca, e l’evidente strumentalità di una elezione che si è servita degli infermieri per portare voti al Pd, la senatrice dimentica di dirci che quando è stata eletta, la giunta del Senato ha esaminato la sua eleggibilità giudicandola eleggibile. Ma già in quel momento era in vigore la legge Severino la cui applicazione corretta, come è stato dimostrato successivamente da Cantone, al contrario avrebbe dovuto decretarne ineleggibilità per incompatibilità. Il Senato quindi a suo tempo ha avallato delle cariche che per essere incompatibili erano di fatto come abusive. Oggi non volendo rimangiarsi una decisione sbagliata quanto strumentale l’ha semplicemente riconfermata mostrando la sua totale mancanza di terzietà. Cane non mangia cane….è così che si dice, no?
Ma a parte ciò, per quale diavolo di ragione si ritiene che la richiesta del rispetto delle leggi e delle regole sia un’azione diffamatoria? Il presidente Cantone, che in audizione al Senato, ha dimostrato come i senatori come la Silvestro fossero incompatibili con le cariche ordinistiche è per caso un detrattore? Il M5S, Nursind il sindacato degli infermieri, alcuni collegi infermieristici, che hanno fatto una battaglia sacrosanta per la trasparenza e senza la quale la senatrice Silvestro non si sarebbe mai dimessa da presidente Ipasvi, sono dei detrattori?
La verità è che per la cattiva coscienza in una visione assoluta e simbiotica del potere, persona e sistema sono la stessa cosa tutto quello che si dice contro il sistema si “somatizza” contro la persona. Ed è esattamente quanto sostiene la senatrice Silvestro, che parlando delle “facili detrazioni e insinuazioni di pochi” aggiunge , “che altro non hanno fatto e reiteratamente fanno se non rovinare l’immagine di molti: tutti quei professionisti che ogni giorno tengono alto con serietà e onestà il nome della nostra professione”. (Quotidiano sanità 1 aprile 2015) In sostanza chi chiede il rispetto delle regole non attacca me ma infanga la professione.
Il quadro sulla cattiva coscienza non sarebbe completo se non citassi una dichiarazione della senatrice Silvestro che prossima a votare il Def (documento economico finanziario del governo) pubblica su Facebook lo stenografico della sua dichiarazione:
“La senatrice Silvestro auspica un maggiore livello di approfondimento delle problematiche concernenti il personale sanitario, che avrebbero bisogno di risposte quanto più possibili uniformi pur nel rispetto delle sfere di autonomia regionale. Segnala, tra l’altro, le criticità connesse agli orari di lavoro e alle turnazioni, alla mancanza di turn over nelle equipe assistenziali, al rapporto sempre più problematico tra operatori e assistiti, soprattutto nei settori di prima linea, nonché il collegamento tra problematiche del personale e profili connessi all’appropriatezza delle prestazioni”.
“Auspica” e “segnala” ….ma per favore…. già sappiamo che la nostra intrepida senatrice voterà a favore di un’altra mazzata contro chi lavora in sanità, come sempre ha fatto, alla faccia dei suoi tanto amati infermieri.
Vorrei concludere ricordando la distinzione tra “legalità” e “moralità” (Kant), cioè tra “norma giuridica” e “norma morale” la prima rispetta la legge la seconda la coscienza. Ciò che è legale come ha dimostrato la giunta per le elezioni in Senato non è detto che sia morale, anzi il più delle volte come dimostrano i fatti richiamati la legalità serve a nascondere l’immoralità. Però la cosa più immorale di tutte è quando l’immoralità pretende persino il nostro rispetto. Lo trovo davvero insopportabile. Che almeno si abbia il buon gusto di tacere.
Fonte www.ilfattoquotidiano.it
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