Riceviamo e pubblichiamo un appello di Michela Cimarrusti affetta da “Sensibilità Chimica Multipla”, invalidante malattia rara in crescita.
Una condizione clinica progressiva, tipica delle società industrializzate, con differenti stadi di gravità: si verifica quando il carico tossico ambientale totale supera la capacità di tolleranza della persona colpita, comportando reazioni multi-organo e poli-sintomatiche per esposizioni anche a basse dosi ad agenti chimici ritenuti innocui per la popolazione generale (es. farmaci, anestetici, deodoranti, profumi, plastica, materiali odontoiatrici e molti altri prodotti di uso comune), aggravata dai campi elettromagnetici anche a bassa intensità emessi dalle nuove tecnologie di utilizzo quotidiano (es. telefoni cellulari, tablet, computer, reti wireless Wi-Fi) che aumentano stress ossidativo e permeabilità della barriera ematoencefalica nell’ammalato, rendendo pericolose persino l’esposizione ad aria, cibo, acqua. Nel 1999 la comunità scientifica ha raggiunto un Consenso Internazionale su parametri e percorsi diagnostici della MCS.
Sebbene manchi un’univocità d’intenti sulle terapie, molti recenti studi sono stati pubblicati su trattamento ed eziopatogenesi. In assenza di dati ufficiali italiani sull’incidenza, attendibili indagini americane ed europee indicano però nel 15% la popolazione sensibile a qualche sostanza chimica nei prodotti d’uso comune e nell’1-1,5% la popolazione affetta da MCS in forma invalidante.
Michela Cimarrusti vive a Corato, lancia il suo appello ai lettori di Nursetimes:
“Sono Michela ho 34 anni, mamma di un bimbo di 7. Da otto anni sono affetta da sensibilità chimica multipla, malattia cronica estremamente invalidante che mi causa assoluta intolleranza verso quasi tutte le sostanze chimiche con cui vengo a contatto. Saponi, detersivi, profumi, colle , fumo di sigaretta, o industriali e altro mi causano violente crisi caratterizzate da vertigini, debolezza, vomito, svenimento e nelle forme più acute anche crisi respiratoria e paralisi del lato destro del corpo. Sono anche elettrosensibile ai campi magnetici. Sono, quindi, costretta a vivere in ambienti protetti, liberi da queste sostanze. Non posso frequentare luoghi contaminati quindi sono impossibilitata a svolgere i più comuni atti quotidiani, la mia vita sociale è pari a zero. Se non curata in tempo la malattia degenera portando a danni irreversibili, in alcuni casi anche alla morte. Da un anno faccio delle flebo disintossicanti che mi aiutano a stare un pò meglio ma questo non è sufficente a garantirmi la guarigione.
Il medico che mi segue dottor Giuseppe Genovesi, unico esperto della malattia in italia, mi ha consigliato di curarmi all’estero, in Inghilterra, dove fanno una terapia unica nel suo genere, non praticabile in italia. Allo stato attuale questa terapia mi permetterebbe di tornare ad avere una vita normale, di tornare ad essere la Michela mamma, moglie, figlia, amica, donna che un tempo ero e che ancora vorrei essere. Purtroppo la terapia è costosissima e io non posso permettermela, in Italia la malattia non è neanche ancora stata riconosciuta quindi siamo abbandonati a noi stessi, non ci sono aiuti economici che possano permetterci di partire per l’estero.
Il mio sogno è poter guarire e poter finalmente abbracciare la gente come fanno tutti, senza dovermi preoccupare di rischiare la vita, perchè la cosa che più mi manca è il contatto umano, quello che ti dà calore, che scalda il cuore…e ti fà sentire viva. Ho tanta voglia di farcela, spero che voi possiate aiutarmi. Per il primo ciclo di cure servono 30.000 euro ho bisogno di raccogliere questa cifra quanto prima perciò vi sarei davvero grata se voleste contribuire”.
Per chi volesse contribuire può farlo cliccando qui oppure attraverso donazione su c/c, PayPal
Giuseppe Papagni
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