Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Stefano De Pandis, segretario aziendale del sindacato.
La scrivente organizzazione sindacale è a conoscenza dell’escalation di aggressioni al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola, grazie alle numerose denunce depositate ai nostri delegati sindacali aziendali dagli operatori sanitari in forza all’Unità operativa Dea. Nel dettaglio dell’ultimo evento alcuni lavoratori hanno subito percosse, insulti e minacce.
Chiede pertanto che siano messe in atto tutte le misure di sicurezza atte a prevenire e preservare salute e incolumità degli operatori del Pronto soccorso. Nello specifico:
· intese e protocolli di sicurezza e di coordinamento con le forze dell’ordine;
· presenza di guardie giurate (vigilantes) dedicate / posto di polizia h24;
· presenza di autista di automedica o esonero dalle prestazioni ambulatoriali di pronto soccorso effettuate dal personale infermieristico del 118;
· politica di “tolleranza zero” verso gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari (fisica o verbale), e programmazione e implementazione di misure strutturali, tecnologiche e organizzative per la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza a danno degli operatori sanitari, come richiesto dalle raccomandazioni del ministero della Salute e della Regione.
Su questo ci batteremo con tutte le nostre forze, coinvolgendo il prefetto. La vita è una cosa sacra, e noi del Ssn (infermieri, tecnici e oss) lo sappiamo bene, perché la nostra mission è quella di salvare la vita della gente, preservarla dalle malattie e curarla secondo le necessità. Non possiamo accettare che chi si serve dei servizi sanitari diventi cecchino contro gli operatori.
Chiediamo l’intervento del direttore generale in quanto datore di lavoro, nel rispetto del D.Lgs. 81/2008, richiamandolo alle dirette responsabilità per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, e mettendo in campo tutti i mezzi consentiti dalla legge affinché i protagonisti di questi atti incivili contro il personale siano assicurati alla giustizia in flagranza di reato e per interruzione del pubblico servizio, con immediato ammanettamento da parte delle forze dell’ordine che intervengono sul posto, affinchè possano servire a disincentivare gesti di emulazione.
Non possiamo che sostenere l’inasprimento delle pene verso chi commette atti lesivi verso gli operatori del Ssn. D’altro canto non possiamo permettere che l’immobilismo dei vertici aziendali comporti l’attesa della prossima vittima: bisogna lavorare uniti allo scopo di prevenire qualsiasi possibile gesto/atteggiamento violento, mettendo in campo sin da subito tutte le strategie e i mezzi utili a disposizione.
Esprimiamo massima solidarietà a tutti gli operatori del Dea, al primario, dottor Ferrari, e ai coordinatori del servizio Cavini e Minardi. Chiediamo a questi ultimi un coinvolgimento serio e collaborativo per affrontare temi fondamentali come quelli esposti nella presente missiva.
Nel contempo Fials Imola si fa carico della tutela legale verso tutti gli operatori rimasti coinvolti nella vicenda, qualora volessero esporre denuncia, e di tutti coloro che dovessero subire aggressioni in un futuro prossimo, richiedendo un risarcimento dei danni subiti all’Azienda sanitaria, rea di non tutelare la salute dei propri dipendenti come da artt. 1176, 2087, 2043 e 2059 del Codice civile.
Redazione Nurse Times
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