Visti i fatti, i protagonisti e le circostanze, aggiungere altro alla “disinvolta irragionevolezza” ed incauta palese violazione di legge, che ha segnato i provvedimenti di cui si è resa protagonista il DG della ASL di Lecce, dott.ssa Silvana Melli, non ha significato.
Si è di fronte al classico esempio “molto pugliese” della politica che condiziona i dirigenti della P.A. sino al punto di affiancarli nelle scelte con direttive formali a cui si aggiungono pressioni di ogni tipo, o silenzi significativi, che poi si traducono in veri e propri ordini.
Stanca e inquieta l’inerzia della politica di opposizione (logiche di spartizione?) e di quella parte di soggetti che a vario titolo si arrogano il diritto di esprimere, apparentemente senza interessi particolari, veto o condivisione alle delibere oggetto del nostro articolo.
I figuranti del si e del no, rispetto alle delibere della ASL di Lecce, si sono sfidati a suon di comunicati che hanno raggiunto un livello di “incomprensibilità e incoerenza” che non ha eguali.
Il Collegio IPASVI di Lecce, (Ente di diritto pubblico rappresentativo della professione infermieristica), nel chiedere, senza esito, con motivazioni analoghe alle nostre la revoca delle delibere adottate dal D.G. Melli, si imbatte in un “sinistro” comunicato del 16 agosto u.s. (VEDI) di una delle tante associazioni professionali di infermieri denominata CID, Comitato Infermieri Dirigenti (meno di 80 soci in tutt’Italia), che censura sostanzialmente la richiesta di revoca sostenendo che “…le delibere sono corrette” ed ancora accusa il Collegio di Lecce, in particolare nella persona del suo Presidente, dott. Marcello Antonazzo, di “…omissis atteggiamento incauto e …di…una limitata conoscenza delle norme vigenti, atte al reclutamento delle professionalità necessarie al funzionamento ottimale dell’azienda”.
La replica del Collegio di Lecce alla nota del CID firmata congiuntamente dal Presidente nazionale dott. Nicola Barbato con la condivisione del delegato pugliese dott. Vincenzo D’Addabbo non si è fatta attendere (VEDI).
Infatti il 26 agosto u.s., il Presidente Antonazzo puntualizza la posizione del Collegio di Lecce evidenziando, come questa Redazione ha sostenuto, nero su bianco, tutte le incongruenze e le illegittimità che accompagnano i provvedimenti adottati dalla ASL di Lecce ribadendo tra l’altro che “…non è nel proprio intento ostacolare il processo di dotare le Aziende sanitarie pugliesi della figura di Dirigente, ma di determinare chiari criteri di equità e di pari opportunità per tutti gli infermieri”.
Ad animare il dibattito, ora, entra in gioco un’altra delibera adottata dall’Istituto Oncologico di Bari, che come detto nella prima puntata, a nostro avviso è stata l’Azienda che ha correttamente applicato la legge nazionale e regionale per posti di nuova istituzione con la pubblicazione di un avviso di reclutamento per mobilità, disimpegnandosi dalle influenze di varia natura?
Forse anche qui gatto ci cova?
Stranamente nella delibera di ammissione (n. 468 di registro DG Istituto Oncologico di Bari) dei candidati troviamo:
- il Dott. Vincenzo D’Addabbo (dirigente Infermiere ASL BA – delegato regionale CID),
- la dott. De Gennaro Girolama (dirigente Infermiere della ASL di Foggia, già dirigente incaricata in Ares puglia e già beneficiaria di incarico conferito per utilizzo a scorrimento di graduatoria della ASL BT).
Strane coincidenze …e soprattutto strano modo, per il Dott. D’Addabbo nella sua carica di delegato regionale CID, di interpretazione del termine COERENZA (conformità tra le proprie convinzioni e l’agire pratico).
Per il momento termina qui il nostro racconto, che consegneremo integralmente e ufficialmente a tutte le persone richiamate per offrire loro spazi aperti di chiarimento.
Redazione NurseTimes
Allegati
Comunicato Ipasvi Lecce 26/08/2016
Articoli allegati
Prima puntata. Illegittime procedure di assunzione di Infermieri Dirigenti alla ASL di Lecce
Illegittime procedure di assunzione di Infermieri Dirigenti alla ASL di Lecce. Seconda puntata
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