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Il Piemonte è la prima Regione italiana che stabilizza infermieri e oss

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Cure domiciliari: un fiore all'occhiello del Piemonte
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De Palma (Nursing Up): «Il Piemonte è ufficialmente la prima regione italiana che da’ il via libera alla tanto attesa stabilizzazione degli operatori sanitari. Oltre 1.137 tra infermieri e oss godranno, finalmente, del tanto atteso contratto a tempo indeterminato. La speranza è che presto anche altri territori seguano il medesimo esempio. La strada della valorizzazione non può e non deve diventare una corsa a ostacoli».

«La Regione Piemonte, a quanto pare, è la prima in ordine di tempo che ha deciso di rendere concreta la tanto attesa stabilizzazione degli operatori sanitari. Ci arrivano conferme ufficiali, nelle ultime ore, che confortano quella che nei giorni scorsi sembrava una ipotesi concreta, ma su cui non avevamo ancora certezze. Adesso tutto è diventato realtà e naturalmente siamo di fronte a un momento importante per la sanità italiana, anche se strettamente collegato ad un territorio circoscritto. La speranza concreta è che anche altre Regioni seguano il medesimo esempio, affinché la valorizzazione degli infermieri non diventi una corsa a ostacoli, con un traguardo fantasma che sarebbe di fatto irraggiungibile. Tutto questo non è possibile: non lo è per i professionisti della sanità e non lo è per i cittadini, che meritano di godere di un sistema efficiente e incentrato sulla qualità di chi è in grado di mettere a disposizione della collettività la propria esperienza, le proprie conoscenze, il proprio spirito di sacrificio per la causa». Così Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up.

Con un impegno di 58 milioni di euro la Regione si impegna ad assumere, con contratto a tempo indeterminato, nel Sistema sanitario piemontese, 1.137 tra infermieri e operatori sociosanitari che erano stati ingaggiati con rapporti di lavoro a termine per affrontare l’emergenza pandemia. Di questi, 656 saranno “regolarizzati” entro l’anno in corso e i restanti il prossimo. Non dimentichiamo che c’è una parte del personale che non rientra nei parametri fissati dalla norma. Per questi che sono oltre 500, si è deciso di prorogarli tutti in servizio fino a fine anno, finanziando questo intervento con soldi della Regione, circa 8 milioni.

«Non possiamo che essere soddisfatti di quanto sta accadendo – continua De Palma – Tutto questo dà un senso alla battaglia portata avanti da mesi da parte di sindacati come il nostro, che ha non si è mai risparmiato nella lotta contro la precarietà del personale sanitario. Stiamo parlando di infermieri che hanno lottato faccia a faccia con la morte: è incredibile apprendere che la maggior parte degli operatori sanitari che hanno difeso le nostre vite negli ultimi due anni, a rischio della propria, che hanno pagato più di tutti lo scotto dell’emergenza in termini di decessi e contagi, per la maggior parte, da Nord a Sud, erano precari. La speranza è che altre Regioni seguano presto l’esempio del Piemonte».

Redazione Nurse Times

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