La richiesta di green pass non comporta la violazione della riservatezza dei dati sanitari. Lo ha stabilito la Terza sezione del Consiglio di Stato con l’ordinanza n. 5130 depositata ieri, respingendo l’appello sollevato da quattro cittadini italiani nei confronti dell’ordinanza cautelare del Tar Lazio che a sua volta gli aveva dato torto. Gli appellanti avevano impugnato il Dpcm del 17 giugno 2021 chiedendone la sospensione e lamentando la lesione della riservatezza sanitaria, il rischio di discriminazioni, nonché il pregiudizio economico per i frequenti tamponi. I Cds ha confermato la pronuncia di primo grado.
Fonte: ilsole24ore
Ultimi articoli pubblicati
- Regno Unito, la stretta sui migranti allarma gli infermieri: fino a 50mila potrebbero andare via
- Svizzera, anziano morì in casa di riposo: assolto infermiere che decise di non provare a rianimarlo
- Opi Trento sostiene la campagna di vaccinazione antinfluenzale
- GOM di Reggio Calabria, 25 infermieri del Blocco operatorio rivendicano l’indennità di rischio radiologico. Ispettorato del lavoro convoca i vertici aziendali
- Vincolo di esclusività: la possibile proroga annunciata da Schillaci e la cancellazione definitiva chiesta dalla Lega
Lascia un commento