La richiesta di green pass non comporta la violazione della riservatezza dei dati sanitari. Lo ha stabilito la Terza sezione del Consiglio di Stato con l’ordinanza n. 5130 depositata ieri, respingendo l’appello sollevato da quattro cittadini italiani nei confronti dell’ordinanza cautelare del Tar Lazio che a sua volta gli aveva dato torto. Gli appellanti avevano impugnato il Dpcm del 17 giugno 2021 chiedendone la sospensione e lamentando la lesione della riservatezza sanitaria, il rischio di discriminazioni, nonché il pregiudizio economico per i frequenti tamponi. I Cds ha confermato la pronuncia di primo grado.
Fonte: ilsole24ore
Ultimi articoli pubblicati
- Papa Francesco, un legame indissolubile con gli infermieri
- Il mondo piange la morte di Papa Francesco
- Buoni pasto negati per anni: il Tribunale condanna l’AST Ancona. Infermieri risarciti, NurSind esulta
- La Pasqua degli infermieri, medici, Oss e di tutti gli operatori sanitari
- Infermiera NoVax risarcita 7.000 €: la Sentenza
Lascia un commento