Nel prossimo rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, si staglia un’ombra minacciosa che potrebbe compromettere gli aumenti salariali annunciati dal governo. La questione centrale riguarda l’effetto “scalone” derivato dalla riduzione del cuneo contributivo tra i 25 e i 35 mila euro di reddito annuo.
Sebbene un taglio del 6 per cento dei contributi versati all’Inps comporti un incremento della retribuzione lorda mensile, superare i 35 mila euro riattiva l’obbligo contributivo, azzerando di fatto gli aumenti.
La manovra di Bilancio ha allocato 5 miliardi per gli aumenti degli statali, prevedendo un incremento medio del 5,78 per cento nelle buste paga. Tuttavia, questo aumento potrebbe far superare la soglia critica dei 35 mila euro a molti dipendenti pubblici, determinando la perdita della decontribuzione del 6 per cento e neutralizzando gli incrementi promessi.
Secondo le elaborazioni de Il Messaggero, l’effetto inizierebbe a farsi sentire a partire da circa 33.100 euro di reddito lordo annuo, coinvolgendo un numero considerevole di dipendenti pubblici. I dati più recenti, fermi al 2021, indicano che numerosi dipendenti ministeriali, professori, infermieri e tecnici sanitari potrebbero vedere azzerati gli aumenti, poiché i loro stipendi medi si avvicinano alla soglia critica dei 35 mila euro.
La situazione richiama alla memoria il problema emerso con il rinnovo del contratto 2016-2018, quando il “Bonus 80 euro” fu preservato per i redditi più bassi attraverso la creazione di una voce stipendiale ad hoc denominata “elemento perequativo”. Anche questa volta, potrebbe essere necessario trovare un meccanismo simile per evitare che gli aumenti contrattuali si traducano in un nulla di fatto per chi supera la soglia critica dei 35 mila euro.
Il nodo da sciogliere sarà anche il finanziamento di questa soluzione, considerando che le risorse stanziate dal governo sono limitate. Molti dipendenti pubblici si trovano ora in una “zona pericolosa,” e la ricerca di una soluzione equa diventa cruciale per garantire un rinnovo contrattuale effettivo e sostenibile. La sfida si pone non solo nel mantenere gli impegni salariali, ma anche nell’assicurare che nessun dipendente pubblico sia penalizzato da questa intricata questione finanziaria.
Redazione NurseTimes
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