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Il futuro della professione infermieristica è nelle mani nostre e di chi ci governa: se ci ascoltate, noi rispondiamo

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Coronavirus, Nursing Up: "Ci hanno chiamato eroi, ma continuano a ignorarci". Sciopero in vista
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Gabriella Scrimieri, coordinatore infermieristico a Milano, ha elaborato un modulo su cui si basa una lista di punti da sottoporre alla classe politica in vista delle elezioni politiche.

I programmi elettorali delle varie coalizioni di partito sono tutti molto generici e trattano di: riforma sanitaria, potenziamento degli organici (con riferimento quasi sempre ai medici), superamento delle liste di attesa, Pnrr. Quasi nessuno parla dell’emergenza infermieri e del pericolo a cui il Paese sta andando incontro.

Nessuno ci coinvolge e nello specifico ci chiede di cosa abbia davvero bisogno la nostra professione per tornare a essere attrattiva, e quindi essere scelta dai giovani. Su tutto il territorio italiano mancano all’appello 70.000 infermieri, di cui solo 28.500 al Nord. Solo il Pnrr ne prevede circa 50.000. Infermieri che non scelgono più la professione e colleghi esperti che la abbandonano.

Emerge quindi una limitata visione di sistema, scarsa e poco funzionale ai bisogni della sanità italiana. Ma la cosa ancora più scoraggiante è che tutt’oggi manca un piano di rilancio del Sistema sanitario italiano. In Italia la professione infermieristica è spesso poco apprezzata e valorizzata.

Richiamando Tousijn (professore ordinario di Sociologia economica presso l’Università di Torino) nei suoi trattati, le professioni non si evolvono solo per la crescita delle conoscenze scientifiche, che rappresentano solo delle pre-condizioni. Il fattore decisivo è sempre la strategia del gruppo professionale e la negoziazione con le professioni confinanti, le istituzioni sanitarie e il legislatore. Questo ci dice che, se non vi è un riconoscimento della professione, uno zoccolo duro all’interno che la difenda, il sistema diventerà sempre più debole e vulnerabile.

Si ricorda che noi viviamo una situazione di pressione da parte della categoria medica, che vorrebbe limitare le nostre competenze e i ruoli istituzionali, e una classe emergente che è quella degli operatori di supporto con formazione complementare. Ma arrendersi non sarebbe giusto per noi e per i nostri assistiti. Un Paese senza infermieri è destinato a fallire ma soprattutto a regredire. Noi immaginiamo una professione infermieristica proiettata verso il futuro, più moderna e funzionale anche per le nuove generazioni.

Su questa idea si è sviluppato un questionario somministrato online su piattaforme social. Le risposte al questionario sono pervenute da Nord a Sud dell’Italia. Questi risultati sono anche la base di un progetto piú ampio che porto avanti soprattutto tramite la mia pagina Facebook (https://www.facebook.com/gabriellascrimieri). Questo modulo è base di una lista di punti che proporrò alla classe politica, perché questa è la dimostrazione che insieme possiamo veramente fare qualcosa.

Domanda 1
Incremento dell’indennità di specificità infermieristica (voce stipendiale istituita dalla legge di Bilancio 2021 e già individuata contrattualmente), che andrebbe incrementata almeno del 30%. Oggi gli infermieri italiani sono al 25° posto come media annuale tra i paesi Ocse.

Domanda 2
Riconoscimento economico dell’esclusività per gli infermieri, che lavorano in ambito clinico o, in alternativa, consentendo l’esercizio della libera professione extramoenia. Ai medici laureati specialisti, vengono da subito riconosciuto oltre allo stipendio, l’indennità di esclusività, l’indennità professionale specifica e, dopo il periodo di prova, anche l’incarico professionale, che aumenta dopo i primi cinque anni di servizio, oltre poi alla possibilità di esercitare l’attività libero-professionale intramoenia.

Domanda 3
Inserimento all’interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) dell’assistenza infermieristica e della branca specialistica.

Domanda 4
Riconoscimento delle competenze specialistiche quale percorso di carriera e relativo riconoscimento economico.

Domanda 5
Riconoscimento del nuovo ruolo in vista degli ospedali e case di comunità, in cui l’infermiere deve diagnosticare e pianificare l’assistenza: quella di base deve essere attribuita a figure ausiliarie agli infermieri che da questi dipendono.

Domanda 6
Finanziamento della docenza universitaria, aumentando anche il numero dei professori-infermieri.

Domanda 7
Istituzione della facoltà di Nursing, come facoltà autonoma e non più come afferenza alla facoltà di Medicina e chirurgia, e con un infermiere come presidente di corso.

Domanda 8
Coinvolgimento del paziente nel percorso assistenziale, con la finalità di una migliore ricaduta sull’assistenza. Studi eseguiti in Canada hanno dimostrato che un maggiore coinvolgimento del paziente nel processo di cura migliora gli esiti assistenziali. Per esempio il paziente che chiede all’infermiere: “Ti sei lavato le mani prima di eseguire il prelevo ematico?”. Questo ha sensibilizzato maggiormente l’infermiere.

Domanda 9
Unificare i contratti di lavoro, eliminando definitivamente differenze tra pubblico e privato.

Domanda 10
Istituzione di una commissione permanente, costituita da rappresentanti di FNOPI, UNIVERSITA’, ASSOCIAZIONISMO, SINDACATO, SOCIETA’ SCIENTIFICHE, che possa interagire con la politica nelle proposte di bilancio, e quindi di investimento nella professione, ma anche in termini di cabina di regia in caso di pandemie, maxi emergenze.

Diverse proposte e suggerimenti da parte dei colleghi:

  • I percorsi per il conseguimento dei master devono essere più selettivi.
  • Aumento della quota prevista da contratto (già presente ma si propone di aumentarla) delle indennità per chi lavora sui tre turni.
  • Eliminare il numero chiuso alla lauree magistrali.
  • Il tutor che affianca lo studente deve necessariamente essere un infermiere.
  • L’università deve trattare contenuti riguardanti “lo specifico professionale”.
  • Valorizzare maggiormente gli aspetti etici ed emozionali della professione in ambito universitario.
  • Requisiti di accreditamento del personale da rivedere con urgenza in base ai carichi di lavoro.
  • Dare maggiore visibilità alla professione durante la Giornata internazionale dell’infermiere, facendo partecipare ai vari eventi artisti e sponsor.
  • Far rientrare la professione infermieristica tra i lavori usuranti.
  • I master devono avere maggiore spendibilità, non solo quello di coordinamento.

Alcuni punti suggeriti sono già presi in considerazione nel nuovo Contratto nazionale, recentemente approvato. Questa è un’idea che reputo originale e in grado di fare la storia, perché la tecnologia puó aiutare le persone, non con le parole, ma attraverso azioni concrete. Siamo abituati a una politica la cui pratica preferita é quella di lottare per screditare il partito opposto, ma che non conclude mai nulla: solo parole e niente fatti. Ho deciso di impegnarmi, facendo tutto quello che mi è possibile per creare una lista completa con voi e portarla avanti, facendoci ascoltare. Il nostro futuro passa da queste proposte.

Gabriella Scrimieri
Coordinatore infermieristico Milano

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