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Hiv, svelata l’identità della seconda persona guarita al mondo.

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Hiv, svelata l'identità della seconda persona guarita al mondo.
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Si chiama Adam Castillejo, ha 40 anni e aveva scoperto di essere sieropositivo nel 2003.

È stata svelata d’identità della seconda persona al mondo guarita dall’Aids, si chiama Adam Castillejo (foto) e fino ad ora è stato chiamato il “paziente di Londra”. Ha 40 anni e la sua storia è stata resa nota un anno fa con la pubblicazione di un articolo su Lancet. Adesso, che le analisi continuano ad essere buone e lui sta bene ha deciso di raccontare la sua storia al New York Times.

Chiariamo subito che la storia clinica di Castillejo non è assolutamente semplice e che il suo è solo un caso risolto dopo molte complicazioni, non c’è una cura e la sua guarigione ha portato terapie pesanti e debilitanti. Il paziente è guarito dall’Aids ma solo perché ha dovuto combattere contro un tumore del sangue e ha dovuto affrontare un trapianto di midollo.

Castillejo ha scoperto di essere sieropositivo nel 2003, poi nel 2011 ha scoperto di avere un linfoma di Hodgkin mentre si stava sottoponendo alla terapia antiretrovirale. Il linfoma è un tumore del sangue da cui si può guarire con il trapianto di midollo, oltre che ovviamente con dei cicli di chemioterapia. In questo caso specifico i medici hanno fatto un trapianto con le cellule staminali del midollo osseo appartenenti a un donatore che aveva una rara mutazione genetica che resiste all’infezione da HIV.

Il paziente ha effettuato il trapianto di cellule staminali da un donatore che portava un gene (CCR5Δ32 / Δ32) resistente all’Hiv, che lo ha guarito dal linfoma e anche dall’Aids. Dopo più di due anni dal trapianto, è stato dichiarato ufficialmente curato (e guarito) dall’Hiv.

L’autore principale del pezzo su Lancet, il professor Ravindra Kumar Gupta, dell’Università di Cambridge, ha dichiarato al The New York Times: “Proponiamo che questi risultati rappresentino il secondo caso in assoluto in cui un paziente sia guarito dall’HIV. I nostri risultati mostrano che il successo del trapianto di cellule staminali come cura per l’HIV, riportato per la prima volta nove anni fa nel paziente di Berlino, può essere replicato. È importante notare che questo trattamento curativo è ad alto rischio e utilizzato solo come ultima risorsa per i pazienti con HIV che hanno anche tumori ematologici potenzialmente letali. Pertanto, questo non è un trattamento che sarebbe ampiamente offerto ai pazienti con HIV in trattamento antiretrovirale di successo”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Benessereblog


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