Sull’episodio è intervenuta la presidente della Fie, Rosa Cervellione: “Le persone vittime di epilessia sono vittime di discriminazione”. Il Codacons chiede di accertare i fatti
Un fatto piuttosto triste, grave e per certi versi vergognoso. Una storia che deve far riflettere, ancora una volta, sulla deriva culturale che sta attraversando il nostro bel Paese. La storia è quella di una donna di 47 anni, a pranzo con suo marito sul lungomare di Marotta di Fano, in provincia di Pesaro Urbino, quando è stata colta da una crisi epilettica generalizzata (VEDI), che si è risolta nel giro di pochi minuti.
Nulla di grave o di particolarmente sconvolgente per chi, come la signora soffre di questo problema cronico. E neanche per i clienti del locale, alcuni dei quali, vedendo quella persona in difficoltà, si sono subito offerti di prestare aiutare.
Poi, però, amara e rassegnante come l’inevitabilità, è arrivata lei: l’ignoranza a suo modo brutale. Già, perché in seguito a quell’evento, che ha indubbiamente rovinato la serata dei due coniugi, il marito della donna si è subito recato alla cassa per pagare le pizze (non consumate); ma ha ricevuto un commento agghiacciante da parte della titolare della pizzeria:“Sarebbe meglio che gente come voi ordinasse e mangiasse la pizza a casa. Avete spaventato i clienti”.
Una frase che ha a dir poco indignato la coppia, soprattutto perché in realtà, come loro stessi hanno precisato, non c’era stato nessun allarme tra i presenti.
Lo spiacevolissimo episodio è stato segnalato dalla Fie, la Federazione italiana epilessie. La presidente, Rosa Cervellione, ha provato a spiegare la brutta vicenda: “Purtroppo non è un caso isolato, ma solo uno degli ancora numerosi episodi in cui persone con epilessia sono vittime di discriminazione, conseguenza dello stigma che grava su di loro a causa della malattia e della sua scarsa conoscenza”.
Il Codacons ha parlato di “comportamento lesivo dei diritti dei consumatori”, in quanto la ristoratrice sarebbe venuta meno “sia alle regole del settore della ristorazione sia ai diritti fondamentali del malato”. Pertanto l’associazione ha affermato che “l’amministrazione comunale deve intervenire sanzionando i protagonisti del triste episodio, con provvedimenti che siano d’esempio per tutti. Chiediamo al Comune di accertare i fatti e, se realmente si è verificato il grave caso di discriminazione descritto, provvedere al ritiro della licenza nei confronti del titolare del ristorante e alla chiusura del locale”.
Un caso isolato? Non proprio, come riporta sempre la presidente Cervellione: “Numerosi altri casi di discriminazione sono stati segnalati alla Federazione Italiana Epilessie: una ragazza che ha avuto una crisi mentre era alla fermata dell’autobus, non ha ricevuto soccorso dai passanti ai quali ha chiesto aiuto; diversi lavoratori, dopo avere avuto una crisi epilettica sul posto di lavoro, sono stati relegati in mansioni sempre più marginali, sino ad essere sospesi e poi licenziati; innumerevoli studenti, vengono sistematicamente esclusi dalla partecipazione alle gite scolastiche, con vari pretesti e un’unica verità: la scuola non intende farsi carico della gestione di uno studente con epilessia. E l’elenco potrebbe essere ancora molto molto lungo”.
Alessio Biondino
Fonti: Il Messaggero, AdnKronos
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