Secondo una ricerca colombiana, gravidanze troppo ravvicinate o troppo lontane nel tempo sarebbero associate a diverse forme di autismo. L’intervallo ideale da rispettare sarebbe tra 2 e 5 anni.
Uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics afferma che ci potrebbe essere un’associazione tra un intervallo di tempo troppo corto o troppo lungo tra le gravidanze ed il rischio di sviluppare l’autismo.
Gli scienziati del World Health Organization Collaborating Center in Human Reproduction di Cali’ (Colombia), consultando sette studi precedenti sul tema, hanno analizzato i dati riguardanti 1,1 milioni di bambini. E le loro conclusioni sono state interessanti: i soggetti nati da gravidanze iniziate meno di 12 mesi dopo la precedente hanno mostrato un rischio doppio di sviluppare l’autismo rispetto a quelli nati da gravidanze distanti più di tre anni. Tre studi hanno altresì riportato una correlazione significativa tra intervalli più lunghi di cinque anni tra le gravidanze e due forme più lievi di sindrome dello spettro autistico, il disordine comportamentale pervasivo e la sindrome di Asperger.
Gli esperti specificano che lo studio non rappresenta la prova che vi sia un meccanismo di causa-effetto, ma che quest’associazione (se confermata da ulteriori studi) potrebbe suggerire che le cause della patologia siano legate al regime nutrizionale della mamma:
“Una teoria è che il brusco abbassamento dei livelli di acido folico dopo la gravidanza possa avere un ruolo. L’acido folico è necessario per un corretto sviluppo del cervello e del midollo spinale del feto. Il legame con gli spazi lunghi tra le gravidanze potrebbe essere dovuto a infertilità e alti livelli di infiammazione materna”.
Fonti: MedLine Plus, Popular Science
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