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Gli Opi di Catanzaro e Vibo Valentia intervengono sui fatti di violenza nella RSA “San Francesco Hospital”

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Catanzaro, anziani umiliati e malmenati anche nel sonno: arrestati 5 operatori socio-sanitari
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I presidenti degli Ordini provinciali delle Professioni Infermieristiche Concetta Genovese e Stefano Moscato, rispettivamente di Catanzaro e Vibo Valentia, insieme ai consigli direttivi e a nome di tutta la comunità infermieristica, esprimono forte disappunto in merito ai fatti accaduti nella RSA “San Francesco Hospital” di Settingiano (Cz)

Qualsiasi atto di violenza va condannato, specie se a subirne sono pazienti anziani, non autosufficienti e fragili. Naturalmente, determinati comportamenti sono adducibili al singolo individuo che non si può ritenere appartenente alla categoria degli infermieri.

L’ordine provinciale di categoria di Catanzaro e Vibo Valentia tende a precisare che la figura dell’infermiere, deontologicamente consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo. L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona. Il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per l’esercizio della professione infermieristica.

Pertanto, sottolineano che, singoli ed isolati comportamenti delinquenziali, non possono e non devono infangare una professione che viene svolta con sacrificio, spirito e senso del dovere da tutti gli infermieri che quotidianamente si dedicano alla cura del paziente professionalmente e moralmente.

Resta inteso che questo Ordine non esiterà a procedere con provvedimenti disciplinari severi e adeguati alla gravità del caso, a partire dalla sospensione dall’esercizio della professione, in attesa, secondo la legge, che si concludano le indagini della Magistratura.

I presidenti, invitano altresì, i dirigenti delle strutture cliniche pubbliche e private, ad una vigilanza più accurata e ad una segnalazione all’ordine di appartenenza al minimo sospetto di maltrattamenti o azioni lesive perpetrate nei confronti di ogni cittadino senza distinzione di età, sesso, razza e religione.

L’infermiere orienta la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità.

 

Redazione NurseTimes

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