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Gli infermieri si incatenano in memoria dei colleghi morti per il Covid-19. “Gli eroi sono stati dimenticati”

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Gli infermieri si incatenano in memoria dei colleghi morti per il Covid-19. “Gli eroi sono stati dimenticati”
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Dopo aver combattuto il Coronavirus armati di sacchi della spazzatura e mascherine che laceravano le carni dei loro volti, gli infermieri in prima linea hanno deciso di manifestare il loro disappunto.

Il premio da 1 euro al giorno a chi ha dovuto assistere direttamente migliaia di pazienti Covid-19 positivi è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

“Sono cicatrici che portiamo dentro e che nessuno risarcirà”

Per onorare le decine di infermieri morti in Italia in seguito alla pandemia, si sono sdraiati in terra. Ma per farlo hanno deciso di indossare ancora una volta i dispositivi di protezione individuale di fortuna che hanno dovuto utilizzare per settimane in corsia. Ad organizzare la manifestazione è stato il sindacato di categoria Nursind.

“Onoriamo le perdite che abbiamo avuto con 40 bare, sono le cicatrici che ci portiamo dentro e nessuno ci risarcirà mai” urla al megafono Francesco Copolella, segretario del Nursind Piemonte.

“Oggi quelli della prima linea, quelli del fronte, quelli che avete mandato a combattere una guerra nudi e senza difese, quelli che chiamate eroi, li avete dimenticati”. Il sindacato pone l’attenzione sui diritti negati in questi due mesi: dalle ferie abolite ai congedi, passando per i tamponi non effettuati e la quarantena abolita.

Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato da mamma e figlia, entrambe in piazza. “Mia mamma è un’infermiera, sono stati mesi di paura, siamo stati abbandonati dalle istituzioni. Sono qui per i suoi diritti” spiega una giovane ragazza. Una versione confermata dalla madre: “C’era tensione, ansia: i miei parenti vivevano nell’incubo che potessi portare a casa il virus.

L’abbraccio che potevo dare ai miei figli non era più lo stesso”.

Le testimonianze di chi ha lottato per mesi al fine di garantire la salute dei cittadini sono toccanti: “Lavoro in un reparto Covid, c’è tantissimo stress emotivo: si vedono cose a cui non si era preparati. Persone giovani che faticano a fare due passi a causa della malattia che ti toglie il fiato e la malattia” racconta un infermiere.

“Non è stato facile lavorare in questo periodo, specie all’inizio dove ci siamo organizzati da soli: disagi fisici, psicologici. Ci siamo sentiti soli” ribadisce una collega.

Da qui le richieste alla Regione e al Governo. “Quelli che fino a ieri chiamavate eroi li avete già dimenticati”. Sul piatto anche la questione delle indennità. “Quattro euro lordi per un turno in terapia intensiva, è ridicolo”.

In ultimo i manifestanti hanno ricordato il loro ruolo fondamentale nel sistema sanitario piemontese e nella lotta al Coronavirus: “Senza gli infermieri nulla sarebbe stato possibile, rappresentiamo il 60% del personale sanitario e pretendiamo rispetto”. Quello che fino ad ora, a detta loro, non hanno mai ricevuto concretamente.

Dott. Simone Gussoni

Fonte: vconews

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