La natura non si ferma davanti a niente: noi camminiamo, essa corre senza sosta
La letteratura si aggiorna, ma forse è troppo lenta per sostenere la velocità dei mutamenti naturali.
Proprio da uno studio pubblicato in questi giorni su Nature, emerge infatti che gli attuali vaccini contro il Covid, potrebbero perdere potenza contro nuove varianti virali emergenti.
L’effetto dei due principali vaccini basati su mRNA, Pfizer e Moderna, sembrerebbe essere ridotto verso le varianti che si stanno diffondendo e accelerando il contagio.
Presso la Rockefeller University di New York City è stato analizzato il sangue di 20 volontari che hanno ricevuto dosi del vaccino Moderna o Pfizer.
Entrambi i vaccini contengono istruzioni RNA che spingono le cellule umane a produrre la proteina spike che il virus utilizza per infettare le cellule.
Questo fa sì che il corpo generi molecole immunitarie chiamate anticorpi che riconoscono la proteina spike.
Da tre a 14 settimane dopo la seconda iniezione, i volontari dello studio hanno sviluppato diversi tipi di anticorpi, inclusi alcuni che possono impedire alla SARS-CoV-2 di infettare le cellule.
Si è visto che gli anticorpi hanno difficoltà a coprire le mutazioni nella proteina spike.
Erano solo un terzo più efficaci nel bloccare le varianti mutate.
Alcune delle mutazioni che il team ha testato sono state riscontrate nelle varianti del coronavirus che sono state identificate per la prima volta nel Regno Unito, Brasile e Sud Africa.
In pratica la neutralizzazione è stata ridotta o abolita dalle mutazioni.
Gli attuali risultati, anche se in bassa scala, portano ad interrogativi da valutare più attentamente.
Basterà la programmazione della dose stabilita? E per quanto tempo? Ci potrà essere un richiamo annuale ?
Vedremo.
L’emergere delle nuove varianti potrebbe portare ad un aggiornamento periodico dei vaccini Covid-19 per evitare la potenziale perdita di efficacia clinica.
La variante sudafricana spaventa gli esperti
Gli esperti si concentrano sulla variante sudafricana, quella che al momento sembra destare maggiore apprensione. A Durban nei laboratori ad alto rischio biologico, in queste ore gli scienziati stanno studiando la più pericolosa delle mutazioni.
Dalle dichiarazioni diffuse dalla CBS, che ha intervistato gli esperti, si apprendono nuove informazioni circa la resistenza dimostrata dal virus.
Il virus è mutato per attaccarsi più facilmente alle cellule umane, rendendo la malattia non più mortale, ma aiutandola a diffondersi molto più facilmente.
Già a partire dal mese di novembre nel laboratorio di Durban veniva studiato in vivo questo nuovo ceppo, avendo notato un’accelerazione del contagio.
Lo scienziato genetico Dott. Tulio de Oliveira ha dichiarato: “Crediamo che si stia attraversando una nuova pandemia con questa variante che non solo si trasmette molto più velocemente, ma che potenzialmente presenta una minore neutralizzazione”.
Anche secondo il Prof. Alex Sigal ricercatore presso l’Africa Health Research Institute e presso il Max Planck Institute for Infection Biology in Germania, il nuovo ceppo scoperto in Sud Africa sembra avere la capacità di ridurre significativamente l’efficacia degli anticorpi nelle persone infettate con la versione originale del virus.
“Le difese naturali di una persona al ceppo originale del virus potrebbero rivelarsi inutili contro la variante in Sud Africa”.
Ciò significa che le persone infette nella prima ondata potrebbero avere poca protezione dal nuovo ceppo. Questo renderebbe alcuni dei vaccini meno efficaci.
Ancora gli esperti di Durban sottolineano che l’immunità è solo una parte del quadro. Si attendono infatti i primi dati sull’efficacia dei vaccini contro il nuovo ceppo, che non saranno disponibili prima di un paio di settimane.
In futuro secondo gli scienziati di Durban, sarebbe necessario apportare una modifica occasionale ai vaccini, come protezione dai ceppi mutanti, proprio come sta avvenendo annualmente con il vaccino antinfluenzale.
Giovanni Trianni infermiere legale forense
Fonti
Money
Nature
CBS News
La variante sudafricana è resistente agli anticorpi? L’allarme degli esperti, Money, 21/01/2021
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