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Giornata Nazionale della Malattia di Parkinson: una serie di eventi in tutt’Italia

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Oggi, 28 novembre, si terrà la VII^ Giornata nazionale della malattia di Parkinson. Sono previsti incontri informativi ed eventi locali organizzati autonomamente dalle singole Strutture ospedaliere e dalle associazioni locali di pazienti.

La Giornata Parkinson è un’iniziativa di LIMPE e DISMOV-SIN, con la partecipazione di Parkinson Italia, EPDA (European Parkinson’s Disease Association), AIGP (Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani), Light of Day Foundation.

Poiché le attività sono molteplici e coinvolgono tutto il territorio nazionale, si rimanda al sito ufficiale della Giornata Nazionale Parkinson in cui è contenuta una cartina interattiva per visualizzare in dettaglio, diviso per ASL, ogni singolo evento.

Il Parkinson, seconda malattia degenerativa per prevalenza, dopo l’Alzheimer, colpisce in Italia più di 250.000 persone, numero destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni. Nonostante il Parkinson venga spesso etichettato erroneamente come malattia della terza età, una persona su cinque ha meno di 50 anni al momento della comparsa dei sintomi iniziali. Il campanello d’allarme della malattia sono la fatica nel camminare, i disordini del movimento e la perdita dell’equilibrio, a volte i tremori.

Tutto ciò dà luogo a pesanti ripercussioni sulla qualità di vita di migliaia di famiglie, soprattutto perché non esiste ancora una cura definitiva della malattia, né sono state individuate soddisfacenti strategie preventive. Per il Parkinson, infatti, esistono solo cure sintomatiche, in quanto i farmaci ad oggi disponibili agiscono unicamente sui primi segnali della malattia e sui disturbi che essi comportano.

Uno spot per promuovere l’esercizio e la consapevolezza sulla malattia

Quest’anno la stella dell’atletica e oro olimpico ad Atlanta ’96 Yury Chechi ha prestato la sua voce e la sua fisicità in un intenso spot in favore della Giornata. Analizzando lo spot, la scelta di un atleta non è casuale, dato che uno dei metodi per ritardare l’inesorabile avanzata della patologia è una costante attività fisica; L’esercizio fisico deve essere lieve, e non estenuante, e anche una semplice passeggiata giornaliera può essere sufficiente a migliorare la flessibilità delle articolazioni e a contrastare la rigidità. In generale l’esercizio fisico migliora la forza muscolare, la flessibilità delle articolazioni, l’equilibrio e l’andatura (che sono estremamente compromessi nelle fasi avanzate della malattia), la coordinazione (intesa come fluidità e precisione del movimento) e la capacità di svolgere le normali attività di vita quotidiana.

L’attività fisica inoltre aiuta a prevenire complicanze correlate al Parkinson come la stipsi, i disturbi del sonno e l’osteoporosi. In una sezione del sito della Giornata Nazionale Parkinson (www.giornataparkinson.it) è dedicato un approfondimento con la spiegazione di esercizi specifici.

Ulteriori approcci non-farmacologici

Oltre all’esercizio fisico, l’utilizzo di terapie non-farmacologiche (portate avanti parallelamente alle terapie farmacologiche caso-specifico) si è rivelato di grande aiuto nel contrastare la malattia: nel 2013 una ricerca condotta dall’Università di Anversa ha evidenziato l’efficacia, su pazienti affetti dalla malattia di Parkinson, dell’approccio Mindfulness (che tradotto significa “consapevolezza”).

L’articolo evidenzia come un programma di meditazione Mindfulness di otto settimane ha generato risultati ad elevata significatività nello sviluppo della densità della materia grigia in alcune aree del cervello che sono riconosciute come importanti per la malattia di Parkinson (Amigdala destra, ippocampo bilaterale, nucleo caudato destro e sinistro, lobo occipitale sinistro al giro linguale, talamo sinistro e bilateralmente alla giunzione parietale-temporale).

Questi esercizi erano un insieme di attività svolte per la durata di due ore e mezza, una volta la settimana, ogni settimana per otto settimane. Tali attività includevano meditazione seduta, movimenti dolci “consapevoli” (yoga) in piedi o sdraiati, scansioni mentali del corpo (body scan). I partecipanti a questo gruppo avevano anche ricevuto tracce audio di queste pratiche in modo che potessero praticare da soli a casa, ogni giorno, se lo desideravano.

Cos’è la mindfulness

Riprendendo l’introduzione di www.mindfulnessfirenze.it, Mindfulness è la consapevolezza che emerge dal prestare attenzione all’esperienza del momento presente, in modo pienamente accettante e non giudicante. La mindfulness ci insegna a fermarci, nel qui e ora. Ad apprezzare quello che c’è dentro di noi, smettendo di criticarci o giudicarci.

Ci insegna a relazionarci in modo diverso alle nostre difficoltà, così da trovare dentro di noi una soluzione al nostro personale stress.

Come si impara questo nuovo modo di relazionarci alle difficoltà? Attraverso la pratica meditativa. Ereditata proprio dalle tecniche orientali di meditazione, ma svincolata da qualsiasi significato spirituale-religioso, la pratica di mindfulness insegna una qualità dell’attenzione al momento presente, intenzionale e non giudicante, che favorisce la consapevolezza delle nostre esperienze interne; tale consapevolezza porta alla capacità di scegliere quale risposta dare alle situazioni di stress, senza ritrovarsi a reagire in modo automatico senza neppure essercene accorti.

Studi scientifici dimostrano che la pratica meditativa migliora varie funzioni cerebrali (memoria, nutrimento e attività neuronale) soprattutto quelle collegate al benessere psicofisico, creando una via verso la felicità.

In particolare è efficace per combattere il rimuginio, la tendenza all’ipercriticismo, alla bassa autostima, alla depressività dell’umore e alle sue rapide oscillazioni.

In chiusura della serie di eventi riguardanti la malattia di Parkinson si terrà a Milano, dal 6 al 9 dicembre 2015, il XXI Congresso Mondiale sulla malattia di Parkinson e disordini correlati. L’evento biennale si svolgerà quest’anno al Congress Centre (Fiera Milano), Piazzale Carlo Magno 1. Previste conferenze plenarie, simposi scientifici, discussioni interattive e laboratori didattici e la presentazione di ricerche in corso e di “temi caldi”.

Marco Parracciani

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