La scoperta fatta da un dipendente dell’Asl 3 Genovese ha dell’incredibile: sarebbero stati rinvenuti microchip nascosti all’interno delle divise di ogni infermiere, nei camici di ogni medico e nelle divise indossate da ogni altro operatore
Ogni dipendente della sanità ligure sarebbe quindi sorvegliato di nascosto. La scoperta è stata fatta casualmente da un rappresentante sindacale dell’ospedale Galliera di Genova.
Abbottonandosi il camice ha avvertito qualcosa nella cucitura. Una volta tagliata per verificare cosa fosse presente all’interno, ha scoperto la “cimice”. Si tratta di un localizzatore Gps.
Dopo la denuncia dell’accaduto i vertici dell’Asl si sono prontamente giustificati:
“E’ un modo per evitare che i capi si perdano dopo il lavaggio”.
Secondo i sindacati però si tratterebbe di una “grave violazione della privacy“.
Nessuno dei 22mila dipendenti della Sanità pubblica ligure era stato avvisato di questa novità riguardante tutti coloro che indossano una divisa, specializzandi e tirocinanti compresi.
I vertici ospedalieri proseguono: “Necessario per non perdere i capi. Il camice e il microchip identificano la persona, sono associati a quel dipendente – spiega Luigi Bottaro, direttore della Asl Tre Genovese – in modo che i capi, dopo essere stati lavati, tornino alla base di partenza, cioè ai proprietari. Per evitare, così, che possano finire ad altri”.
I Sindacati interpellati sulla questione parlano di “Violazione della privacy e rischio per la salute“.
Medici e Infermieri liguri non sembrano lasciarsi convincere dalla spiegazione fornita.
Secondo la maggior parte degli interessati si tratterebbe di un controllo fuorilegge sul posto di lavoro. I dipendenti temono che il dispositivo possa costituire un rischio per la salute.
È stato sottolineato in una lettera inviata ai vertici ospedalieri, come alcuni dipendenti potrebbero indossare contemporaneamente tre differenti Gps, uno nella camicia, uno nei pantaloni, l’altro nella giacca.
Simone Gussoni
Fonti: TgCom24
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