Lo inaugurerà l’Opi del capoluogo ligure il prossimo 4 febbraio. Obiettivo: fornire un sostegno completo ai colleghi.
Sono circa 5mila gli infermieri italiani che ogni anno subiscono aggressioni di varia natura. In pratica, 13-14 al giorno. L’89,6% è vittima di violenza fisica/verbale/telefonica o di molestie sessuali da parte dell’utenza sul luogo di lavoro. A rivelarlo è una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma, che lancia l’allarme sui tanti, troppi episodi che rendono frustrante la vita lavorativa di chi svolge questa professione, causando problemi come burnout, mobbing, esaurimento e stress.
Per contrastare l’odioso fenomeno, Opi Genova inaugura lo Sportello di ascolto polifunzionale, uno spazio di dialogo e supporto dedicato agli infermieri iscritti all’Ordine, che aprirà ufficialmente martedì 4 febbraio 2020 nella sede di piazza Dante. «Lo Sportello nasce come servizio di accoglienza e ascolto per i colleghi infermieri – spiega Alessandro Cataldo, responsabile del progetto –. Attraverso colloqui individuali e la messa in rete di collaborazione con esperti, cerchiamo di prevenire e abbattere tutte le forme di disagio legate alla professione, favorendo i necessari interventi. Lo slogan scelto per questa iniziativa è “Essere ascoltati fa bene”, perché attraverso l’ascolto e il dialogo ci si può sentire meno soli e risolvere il problema».
Il supporto è fornito da infermieri che nell’ultimo periodo hanno frequentato il master in Counseling organizzato dall’Ordine genovese. Un percorso didattico che ha formato 25 esperti in grado di garantire aiutare i colleghi con varie problematiche. «L’obiettivo è ascoltare le persone su tematiche strettamente correlate all’esercizio della professione – precisa Cataldo –, sostenendo chi vive un momento di difficoltà e cercando insieme una soluzione. Lo Sportello è “polifunzionale”, perché non tratta soltanto gli aspetti legati alle difficoltà comunicative, ma anche l’insoddisfazione economica e lavorativa, la gestione di una partita Iva o le diverse soluzioni contrattuali».
Redazione Nurse Times
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