Stefano Vignando, presidente regionale del Sindacato nazionale autonomo medici italiani, contesta un allegato della delibera di Giunta relativa alla nuova figura.
In Friuli Venezia Giulia infuria la polemica sulla recente delibera (n. 1484 del 14 ottobre 2022), intitolata “L’infermiere di famiglia o comunità: il modello assistenziale in Fvg – Policy regionale”, con cui la Giunta regionale, dopo l’illustrazione del documento a Ordini e Università, ha avviato l’iter che entro il 2025 porterà a rendere attivi 400 infermieri di famiglia o comunità. A suscitare malcontento è, in particolare, l’allegato 1, dedicato alle competenze di questa nuova figura. Alcune frasi contenute in tale allegato non sono infatti piaciute a Stefano Vignando, presidente regionale Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), che le ha apertamente contestate.
Nello specifico, in corrispondenza della macro-competenza “Gestire i percorsi assistenziali della persona-famiglia-comunità” si legge che l’infermiere di famiglia può “identificare e valutare lo stato di salute e i bisogni sanitari di individui e famiglie nel contesto delle loro culture e comunità”. Ed è proprio contro l’identificazione e valutazione dello stato di salute che si scaglia Vignando. “In questo documento la Regione, in palese contrasto con le norme vigenti, permette agli infermieri di svolgere attività di diagnosi e cura”, attacca. Per poi aggiungere: “Cosa significa ‘valutare lo stato di salute’, se non fare una diagnosi?”.
Ma non basta. Poche righe dopo si fa riferimento a un’altra copetenza, vale a dire “effettuare prescrizioni e trattamenti teraputici”. Il presidente di Snami Fvg rivela di aver fatto “un salto sulla sedia quando ho letto quei passaggi, che assegnano agli infermieri compiti di esclusiva pertinenza dei laureati in Medicina”. Già, perché, “solo i laureati in Medicina possono fare diagnosi e prescivere terapie”. E lo stesso vale per un altro passaggio dell’allegato: quello in cui si esplicita che le competenze trasversali della nuova figura “comprendono la capacità di diagnosi, di relazione, di problem solving, di decisione”.
“Quell’allegato doveva essere valutato attentamente, prima di essere licenziato dalla Giunta”, prosegue Vignando, che si dice anche stupito del silenzio degli Ordini dei medici: “Ci meraviglia che sia stato lo Snami a sollevare questo problema, che è invece di competenza ordinistica”. E conclude: “Continueremo la nostra battaglia a tutela della salute e dei diritti dei cittadini. Ora decideremo come procedere”.
Redazione Nurse Times
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